Bonucci a Milan TV: “Gattuso ci ha trasmesso la mentalità vincente e ha unito la squadra. Nel derby segneremo, sui giovani…”

Queste le dichiarazioni rilasciate da Bonucci a Milan TV: “Prendiamoci questo grandissimo momento di felicità e trasformiamolo in voglia di continuare a crescere e migliorare. Gattuso? Sedersi sulla panchina del Milan, pur avendo lui avuto una grande storia da giocatore rossonero, non era facile. C’erano tante pressioni, quando è arrivato, anche troppe. Però, è stato bravo nel calarsi nella mentalità di questa società e a trasmetterci la mentalità che lui aveva acquisito negli anni da giocatore del Milan. E’ riuscito a rimettere insieme i pezzi del puzzle. Ora siamo una macchina che va, che, però, deve essere migliorata sotto ogni aspetto. Il mister non smette mai di ripeterci, ogni giorno, quanto la maglia del Milan sia importante e quanto vada onorata ogni volta che si scende in campo, sia in allenamento che in partita. Quello che mi ha trasmesso sin da subito è stato ciò che ha detto durante il suo primo discorso, in cui ha fatto sentire importante ogni singolo individuo. Credo che da lì sia scattata la molla. Poi c’è voluta qualche partita per mettere insieme e incollare tutti i pezzi, però, sin dal primo discorso, si era capito che la musica sarebbe cambiata. Le difficoltà iniziali? Gli schiaffi che abbiamo preso ci hanno permesso di migliorare e di farci crescere soprattutto come uomini. Poi è arrivato Gattuso, che ha saputo unire, oltre all’uomo, anche le doti di ogni singolo calciatore. Adesso guardiamo avanti, il passato conta relativamente, solo per i punti in classifica. Se non ci poniamo limiti, questa squadra può crescere e dire tanto, negli ultimi tre mesi. Il lavoro paga sempre e, quando provi e riprovi le cose e trovi affiatamento, tutto viene più facile. La fase difensiva è migliorata per merito di tutta la squadra, attaccanti e centrocampisti compresi. Per noi difensori è più facile capire i tempi di uscita e di scappata. Va dato tanto merito al mister per averci messo questa cultura del lavoro. Il derby? Quando lo giochi in casa, credo sia diverso dagli altri derby, perché hai 60-70 mila persone che spingono per te e ti trasmettono la passione e l’amore per questa maglia. Noi dobbiamo essere bravi a catalizzare queste emozioni per rispondere sul campo e arrivare alla vittoria. Il derby è una partita a sé, ma noi vogliamo vincere per racimolare punti per la corsa Champions. L’Inter sarà in fiducia, dopo aver vinto con il Benevento, ma noi dovremo essere bravi a stare attaccati alla partita, perché sono sicuro che faremo un gol. Il derby è una partita particolare, contano gli attributi che si metteranno sul campo per arrivare alla vittoria. Nel derby, non conta il passato. Lo abbiamo visto nel derby di Coppa Italia, in cui noi arrivavamo da un periodo negativo e invece è stato il derby che ci ha fatto svoltare e che ci ha dato sicurezza, autostima e positività per andare avanti e crescere“.

E ancora: “I tifosi? Credo che vadano solo ringraziati, per come ci son stati vicini nei momenti peggiori. A inizio anno l’entusiasmo era scemato, con i risultati deludenti. Ora il calore e il supporto sono aumentati, con le ultime prestazioni e gli ultimi risultati. Io ho sempre portato rispetto ai tifosi per i sacrifici che fanno, noi dobbiamo ripagarli. Icardi? E’ un grande attaccante, è una punta di livello internazionale. Ci sarà bisogno di una grande fase difensiva da parte di tutta la squadra. Noi, come linea difensiva, cercheremo di dar meno spazio possibile. All’andata ha fatto una grande partita. Romagnoli? Quando giochi tanto con lo stesso partner impari a conoscerlo e sai dove puoi aiutare l’altro e viceversa. Anche Zapata si è fatto trovare pronto contro il Ludogorets e siamo riusciti a finire la partita senza subire gol. Alessio ha fatto un grande miglioramento da inizio dell’anno. Ha trovato fiducia in se stesso e ora sta bene. E’ uno dei talenti in voga in Italia, adesso stiamo costruendo qualcosa di importante e mi auguro che, per il futuro della Nazionale, continui a migliorare. La condizione psico-fisica? La testa muove le gambe. Il mister ha fatto un grande lavoro, sia a livello fisico che mentale. L’autostima e la sicurezza che mostriamo in campo è merito del lavoro fatto sulla testa dei singoli. Il mio passato? Sono molto legato alla famosa teoria del precedente. La mia teoria del precedente dice che sono arrivato alla Juventus facendo il preliminare di Europa League, facendo un anno che è stato difficile. Poi, l’anno successivo, sappiamo tutti come è andata a finire. Mi affido a questo. La qualità del gioco del Milan? Si sapeva sin dall’inizio che avevamo qualità per fare grande calcio. Ci mancava il collante per mettere a posto tutti i pezzi. Lo abbiamo trovato con Gattuso. Cutrone? Ha il talento di chi vuole arrivare e di chi non molla niente. Per fare una grande carriera, non deve perdere mai questa caratteristica. A volte prende qualche richiamo, perché, per la giovane età, guarda al gioco-non gioco. In una squadra quello non è importante, ma è importante andare nella stessa direzione. Quello che mi ha stupito più di tutti, in questo momento, è Davide Calabria. Aveva bisogno di fiducia e adesso sta dimostrando di essere un prodotto importante, sia per il Milan che per l’Italia. Mi sento vecchio, a guardare Donnarumma che compie 19 anni. Siamo una squadra giovane e abbiamo ampi margini di miglioramento. E se questo è il Milan di adesso mi diverte pensare a quello che sarà. Se i giovani del Milan possano essere importanti per la ricostruzione della Nazionale? Me lo auguro e lo spero vivamente. C’è bisogno di giovani pronti ad indossare la maglia della Nazionale, per competere contro nazionali blasonate, che hanno giocatori giovani, ma calati perfettamente nella mentalità nazionale ed europea. Prima facciamo questo progresso di crescita e più facile sarà per il Milan arrivare a degli obiettivi e per la Nazionale tornare ad essere la Nazionale a cui tutti portavano rispetto negli anni passati. La società? Sta dimostrando grande puntualità e grande correttezza, al di là di tutto quello che viene detto all’esterno. Il presidente è presente ogni giorno, anche se vive in Cina. Il doppio scontro con l’Arsenal? Sono abituate a sfidarsi su altri palcoscenici. Entrambe le società stanno vivendo un ridimensionamento e un nuovo ciclo. L’Arsenal ha delle individualità importanti soprattutto dal centrocampo in avanti. Noi dovremo fare la differenza come collettivo e sono fiducioso, possiamo mettere in difficoltà una squadra importante come l’Arsenal. Mio figlio? Milan o Juve gli interessa poco, basta che lui abbia la maglia del Toro”.

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