Verso la finale di Coppa Italia: quanti punti di contatto tra Milan e Juve

Due anni fa il Milan di Cristian Brocchi, fuori da ogni gioco in campionato, si giocò per 120 minuti la finale di Coppa Italia contro la Juventus. Per i rossoneri era l’ultimo treno per entrare in Europa League e per l’allenatore, tanto voluto da Silvio Berlusconi, rappresentava l’appiglio per potersi garantire il rinnovo sulla panchina del Milan. Andò male, sul piano del risultato, con Alvaro Morata pronto a gelare ogni residuo entusiasmo a pochi minuti dai calci di rigore. Nonostante oggi la squadra di Rino Gattuso si trovi in una condizione diversa rispetto al 2016 i punti di contatto non mancano.

Oggi, infatti, il Milan si trova ancora in piena lotta per l’Europa League, con quattro partite da giocare, compreso lo scontro diretto a Bergamo contro l’Atalanta e l’ultima a San Siro con la Fiorentina. L’allenatore rossonero non ha bisogno di accreditarsi per il rinnovo, visto che ha già firmato non più tardi di qualche giorno fa per le prossime stagioni. C’è da recuperare testa e gambe: più preoccupante quest’ultimo aspetto, dato che la sensazione avuta sabato scorso col Benevento è che questa squadra abbia finito la benzina. Dall’altra parte, però, c’è una Juventus che offre spunti analoghi: la partita persa ieri sera col Napoli ha messo a nudo il deficit fisico dei bianconeri. Non solo. Bisognerà vedere cosa accadrà nei prossimi due turni di campionato: la squadra di Allegri arriverà alla finale del 9 maggio ancora capolista? Tutto peserà nell’equilibrio della gara col Milan. Magra consolazione per Gattuso e i suoi: il settimo posto varrebbe comunque l’approdo in Europa League dalla porta dei preliminari (la Juve in Champions libererebbe comunque un posto), il che vorrebbe dire ricominciare la stagione molto presto nel solco di quanto fatto l’anno scorso da Vincenzo Montella.

Intanto, il Milan ha convocato proprio il giorno dopo la finale di Roma l’Assemblea dei Soci (seconda chiamata dopo primo appello il 2 maggio). Sarà una ulteriore verifica sul fronte dei conti e, quindi, della tenuta finanziaria. Sempre in attesa delle decisioni dell’Uefa che potrebbero anche bloccare il mercato in entrata. Ma ora prevale la testa sul campo, perché nulla è ancora deciso: tutto potrebbe volgere verso un lieto fine o, paradossalmente, in direzione di un fallimento assoluto.

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