“Noi Allegri non lo vogliamo”, urlavano i tifosi juventini quattro anni fa, nel giorno in cui la società bianconera annunciava l’ingaggio del nuovo tecnico al posto di Antonio Conte. Oggi, dopo quattro scudetti, quattro Coppe Italia e due finali di Champions League (perse), l’intoccabile per ogni bianconero sembra essere proprio Massimiliano Allegri. Un’estate dopo l’addio di Leonardo Bonucci, pur condito da una pagina di ringraziamento su La Gazzetta dello Sport ma anche da bordate di fischi allo Stadium, ci si pone il tema del possibile (forse anche probabile) di un suo ritorno alla Juventus.
Solo l’arrivo di Cristiano Ronaldo e la fisiologica esaltazione generale del popolo bianconero potrebbe tenere un po’ calme le acque che si agiterebbero alla visione di Bonucci dalle parti della Continassa. I suoi anni alla Juve sono stati cancellati nel giro di pochi giorni, quelli del passaggio al Milan, dell’abbraccio con Marco Fassone, della fascia di capitano sulla maglia rossonera. Non c’è forse un tifoso juventino che oggi gradirebbe il ritorno del difensore. Eppure il mercato è strano: regala gioie, come per i bianconeri nel caso di CR7, e potrebbe regalare grandi “incazzature”. La domanda è una: che senso avrebbe per Bonucci tornare in un ambiente ostile? I suoi sostenitori personali potrebbero rispondere parlando di una nuova grande sfida: riconquistare i vecchi tifosi. Ma qui c’è una questione che va al di là dell’orgoglio e della dignità.
Il buon Leo dovrebbe cominciare a spiegare ai suoi attuali tifosi rossoneri il motivo di una sua voglia di fuga. Spiace dirlo in alcuni casi, ma mai come oggi il sostenitore del Milan, quello che paga l’abbonamento e che acquista maglie originali, merita spiegazioni dopo aver bevuto falsità e mezze verità da due anni a questa parte. Bonucci si presenti a spiegare il perché di una scelta. Poi sarà libero di optare per Parigi o per la comoda Torino, dove solo Cristiano Ronaldo potrebbe distogliere (ma neanche troppo) l’attenzione dei tifosi su di lui.