Cercasi 7-8-10

Se fossimo ancora negli anni ‘90, si potrebbe dire di essere a posto fino al vecchio caro ruolo del libero, maglia numero 6. In realtà nel corso delle stagioni è tutto cambiato, a cominciare dalla numerazione delle casacche dei giocatori. La metafora, però, è volutamente utilizzata per sottolineare come a questo Milan manchino i numeri 7, 8 e 10, volendo considerare che la cronica apatia del 9 Higuain è stata fin qui per sopperito dal 19 Piatek.

Alla squadra di Rino Gattuso, al momento ancora al quarto posto insidiato da un gruppo di inseguitrici accreditate per la lotta alla Champions League, servono i lampi di chi là davanti può e deve supportare il Pistolero, autore di tre gol in due gare ufficiali con la maglia rossonera tra Coppa Italia e campionato. Insomma, mancano gli assist di Suso, fin qui a corrente alternata, le giocate di Calhanoglu, ancora non pervenuto nel corso di questa stagione, i cambi di passo di Castillejo, generoso nell’impegno quanto troppo spesso inconcludente.

Gattuso non sembra intenzionato a cambiare il collaudato 4-3-3 dove presto sarà reinserito Biglia. Eppure, con il rientro dell’argentino in mediana, supportato dal sorprendente Bakayoko, si potrebbe anche ipotizzare un ritorno allo sperimentale 4-2-3-1, mettendo Paquetà, Calhanoglu e Suso in condizione di supportare Piatek esattamente come doveva essere con Higuain, abituato a quel modulo fin dai tempi della Juve di Allegri. Al Milan il fallimento è stato certificato anche dal presidente Scaroni, ma oggi Piatek ha il piede caldo e sarà bene rifornirlo nel migliore dei modi.

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