Un anno dopo? Tutto (quasi) punto e a capo

Il Milan era già un malato che mostrava i primi sintomi nelle partite contro Sassuolo e Chievo. In quelle occasioni solamente il risultato è stato da salvare: 6 punti fondamentali, anche se onestamente poco meritati. Ergo, le due sconfitte consecutive contro due squadre di spessore maggiore erano purtroppo prevedibili. Poi a volte gli episodi girano da una parte e la volta dopo dall’altra, ma resta il fatto che il Milan è una squadra in difficoltà e un pelo disunita.

MILAN MALATO- Se vieni dominato per la maggior parte della partita dal Sassuolo a San Siro anche in 11 contro 10, se fatichi contro il fanalino Chievo, se perdi il derby contro un’Inter allo sbando (nonostante il derby sia una partita che fa testo da sola) è normale che si accenda la spia di allarme. L’euforia post-Bergamo si è esaurita: il Milan oggi è una squadra scarica sotto ogni punto di vista, tecnicamente, tatticamente, mentalmente. Preoccupa la mancanza di grinta, di atletismo e gli eventuali dissidi tra guida tecnica e dirigenza sono segnali non benauguranti, che potrebbero influenzare negativamente il resto cruciale della stagione.

UN ANNO DOPO- 365 giorni dopo, il Milan ha gli stessi punti dell’anno scorso. Ma confrontando le rose a disposizione, con un Higuain (poi sostituito da Piatek), Paquetà, Bakayoko in più era lecito attendersi qualcosa di più. Vero, c’è un quarto posto in più (scusate se è poco). Ma il merito è poco del Milan e tanto delle avversarie. L’Inter assomiglia più ad un set di Beautiful, la Roma smantellata e sull’orlo della crisi di nervi, la Lazio che solo ora inizia a girare. Forse non meriterebbe nessuno di andare in Champions. Situazione migliore non poteva capitare e sarebbe puro masochismo non approfittare dei disagi altrui per tornare in Europa.

CALENDARIO- Le 5 vittorie consecutive hanno permesso al Diavolo di restare al quarto posto, nonostante questi due scivoli. A 9 giornate dalla fine il Milan è atteso da altrettante finali: la vittoria con l’Udinese è un obbligo, poi ci saranno due gare fondamentali contro Juventus e Lazio (un vero e proprio spareggio): grandi partite dove il Milan gattusiano parte quasi sempre sconfitto. Queste due partite ci diranno se il Milan sia pronto per la Champions. Il calendario non sorride, perché salvo la sfida col Frosinone, ipoteticamente retrocesso, alla penultima, le uniche due sfide contro piccole, con Bologna e Spal, potrebbero nascondere insidie, in virtù della corsa salvezza. Nessuno farà sconti, il Milan dovrà guadagnarsi tutto sul campo.

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