Bakasì o Bakano? Mauri scalpita, ma il Milan dipende dal francese

Buttare via una stagione da protagonista, dopo essersi fatto pian piano spazio nel cuore dei tifosi ed affermandosi, forse, come giocatore chiave della squadra? Impresa difficile, ma non impossibile. Chiedere a Tiémoué Bakayoko per maggiori informazioni.

A prescindere da chi abbia ragione o torto, un giocatore non può e non deve permettersi di rispondere al proprio allenatore in quel modo. A maggior ragione dopo il caso Acerbi e le polemiche circa la cattiva condotta. Ma fatto sta che il fatto è accaduto. Ed ora Rino, come se la situazione critica non fosse abbastanza, ha per le mani un’altra bella gatta da pelare.

Bakayoko

GESTO SBAGLIATO NEL MOMENTO SBAGLIATO

Eh già. Il francese non poteva scegliere periodo peggiore per compiere questa bravata. Paquetá, l’altro sveglione di turno, ha giustamente deciso di darsi alla MMA con Di Bello, ed altrettanto giustamente continuerà a guardare i propri compagni in tutta comodità dal proprio divano. A questo punto, la dea (non quella di Gasp ma pur sempre nemica) bendata ha dato il meglio di sé: Biglia di nuovo ai box. Opzioni rimanenti a tre, caldissime, giornate dal termine? Mauri e Montolivo. Brividi.

Che fare quindi del caso Baka? Dare spazio al buon senso o far prevalere una minima continuità tattica? Azzardare soluzioni improbabili o preservare la corsa Champions? A ringhio l’ardua sentenza. Nel mentre, tenterò di sostituirmi a lui nell’analizzare la situazione.

BAKANO: CERTI GESTI NON POSSONO PASSARE IMPUNITI. E MAURI…

José Mauri

Questa volta Bakayoko l’ha combinata davvero grossa. Rendergli pan per focaccia, onestamente, è il minimo. Considerato quindi out l’ex Monaco, le opzioni rimanenti sono, come già detto, Montolivo e Mauri. Il primo è fuori rosa da prima che iniziasse la stagione. Diciamo che reintegrarlo ora sarebbe la mossa perfetta per completare in bellezza il suicidio Champions. A questo punto, per forza di cose, la scelta cade sull’italo-argentino.

Di fatto, i due sono simili per caratteristiche tecniche. Tralasciando la maggiore fisicità del francese, sono entrambi centrocampisti di rottura, dotati di una buona tecnica di base e capaci all’occorrenza di impostare il gioco o farsi vedere davanti. Tatticamente parlando entrambi agiscono sia da mezz’ali pure che da mediani, con l’ex Parma che predilige giocare davanti la difesa.

Con Baka fuori rosa, Gattuso potrebbe quindi confermare il rodato 4-3-3, con Mauri a dare man forte in mezzo, Calha arretrato e Borini sulla sinistra. Eventualmente, il turco potrebbe avanzare a trequartista, rendendolo così un 4-2-3-1. Ecco, già il povero Piatek vede la sfera col binocolo. Se poi il Milan dovesse adottare una di queste opzioni, il pistolero rischierebbe seriamente di dimenticare la forma stessa del pallone. Si potrebbe quindi pensare al tandem Cutrone-Piatek, con Mauri ad agire da mediano in una linea a tre e Suso trequartista, oppure ognuno nel proprio ruolo col 4-4-2.

Insomma, le alternative sono parecchie. Il classe ’96 ha già dato prova contro il Bologna di poter essere più che utile alla causa. Perché non concedergli un’occasione?

BAKASÌ: IL FRANCESE È L’AGO DELLA BILANCIA DEL MILAN

Bakayoko

Perché non è la stessa cosa. A livello tattico, come già detto, non cambierebbe molto. Ma un conto è leggere nella formazione titolare José Mauri, un altro è leggere Tiémoué Bakayoko. Il Milan ha poi più volte dato prova di essere direttamente dipendente dal francese. Quando lui è in botta, gira tutta la squadra, altrimenti è il solito strazio. Per carità, dipendere da qualcuno non è mai una buona notizia.

Ma in un momento del genere, con ancora nove punti cruciali da giocarsi, siamo così sicuri che privarsi delle poche certezze rimaste sia la mossa giusta?

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