Da Biglia a Biglia: prima leader a parole, ora si passa ai fatti

La lite con Kessie aveva fatto parecchio rumore, forse anche troppo. “Sono più deluso per il comportamento dei miei“, disse Gattuso dopo aver perso il derby, gara decisiva e fondamentale. In seguito a quella lite tra Biglia e Kessie dopo la sostituzione dello stesso ivoriano, l’armonia del Milan ha subito una lieve inclinazione. Il campo e il gioco hanno poi completato l’opera: il Milan è scivolato in settima posizione in classifica, obbligato ad inseguire per riconquistare il quarto posto. E pensare che prima del derby il Milan occupava la terza posizione in solitaria, proiettato – addirittura – verso il secondo posto. Utopia.

BIGLIA LEADER – Lucas Biglia è sempre stato una delle colonne portanti dello spogliatoio del Milan. Si è visto nel derby, quando è intervenuto come fosse un capitano, portatore sano di onestà, esempio e correttezza. Da molti non è stata apprezzata la tempistica o i modi, ma l’argentino ha messo in mostra il suo peso nello spogliatoio. Giusto o sbagliato che sia, con modi più o meno adeguati, Biglia ha messo in chiaro una cosa: si può essere leader anche senza fascia da capitano, anche quando non si compare nella lista dei titolari. Si è leader per carattere, esperienza ed esempio. Si è leader sempre e spesso – come successo all’argentino – è difficile controllare o soffocare le proprie idee nei momenti anche più cruciali. E voi direte: a parole, magari anche dure, siamo bravi tutti. Vero.

BIGLIA A FIRENZE – Allora passiamo subito ai fatti. “È nella lista dei convocati, ma non sarà a disposizione” ha detto ieri Gattuso, in occasione della conferenza stampa di presentazione della gara contro la Fiorentina. La verità è che Lucas ha espressamente chiesto al tecnico di partire con la squadra, anche in condizioni fisiche non idonee per poter prendere parte alla gara. Si è leader anche fuori dal campo, dicevamo. Si fa proprio così, come ha fatto Biglia. Al fianco della squadra sempre, anche quando si potrebbe evitare. Al fianco dei compagni perché il momento richiede una compattezza di squadra, al fianco del Milan perché lo si rappresenta. Una parola per tutti, di conforto o di rimprovero. Conta anche solo la presenza, per il bene del Milan. Biglia è tutto questo: leader lo è sempre stato, ma dopo le parole – qualcuna forse anche di troppo – è passato ai fatti.

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