Altro che centrocampo, priorità a una seconda punta top. Cutrone e Silva? Meglio di no

RITORNO ALLE DUE PUNTE

Cacciando Gattuso e chiamando Giampaolo il Milan ha scelto di rifondare. A livello di filosofia e, inevitabilmente, anche di tattica. Cambieranno le scelte sul campo, cambieranno le priorità sul mercato. È in questo senso che la scelta di Giampaolo determina una mancanza oggettiva nel nuovo Milan: la seconda punta. Già perché se col vecchio e più o meno caro 4-3-3 il problema del centravanti non si poneva, col 4-3-1-2 dell’anno venturo quello dell’attaccante da affiancare a Piatek dieventerà giocoforza un tema.

CUTRONE E SILVA

Partiamo da un dato di fatto: in rosa il Milan non ha nessuna seconda punta di ruolo (sempre che quello di seconda punta possa rigidamente definirsi un ruolo). Cutrone e André Silva sono fondamentalmente attaccanti puri. Ancorché diversi, uno più dinamico e l’altro più fiacco, si tratta comunque di gente che vive per il gol. Ce lo provano i movimenti di Cutrone e la struttura di Silva. Paradossalmente un Suso ha caratteristiche più vicine a quelle richieste dalla seconda punta tipica di Giampaolo: più che incisivo deve essere un giocatore qualitativo. Pucciarelli, Defrel, Caprari: tra Empoli e Samp è questo il tipo di attaccanti che Giampaolo ha scelto di accostare ai bomber di turno (Maccarone prima, Quagliarella poi).

BUCO DA COLMARE

Insomma né Cutrone né Silva saranno i titolari del nuovo Milan, in primis per caratteristiche. Poi per il potenziale tecnico: nessuno dei due sembra veramente pronto a giocare con continuità in una squadra con gli obiettivi del Milan (sempre che la Champions resti ancora l’obiettivo). E con Suso che lì non può certo considerarsi una certezza, allora quello della seconda punta resta un buco che il mercato dovrà in qualche modo colmare. Prima della difesa, prima del centrocampo.

Impostazioni privacy