Famiglia e gol, la ricetta della crescita di Rafael Leao

Vent’anni, un metro e ottantotto. Segni particolari: attaccamento alla famiglia. C’è scritto questo sulla carta d’identità di Rafael Leao, il neo attaccante del Milan. Quando segna, e l’ha già fatto spesso nella sua giovane carriera, mima il gesto del telefono per chiamare la mamma. Stessa esultanza di Gabriel Jesus del Manchester City, uno che con il gol ha un buon feeling e a Milano sperano che le analogie non finiscano qui. Il papà gli fa da procuratore e ha curato la trattativa che lo ha portato in rossonero.

Leao è nato nel distretto di Setubal (lo stesso di Mourinho) nella città di Almada, quella di Figo. Luogo calcisticamente importante del Portogallo e Rafael ha cominciato a correre presto per aggiungersi alla lista dei volti noti della zona. Fa tutta la trafila delle giovanili nello Sporting Lisbona dove esordisce in tutte le competizioni a 18 anni. Coppa nazionale, poi Premeira Liga e infine Europa League e per la sua prima firma ha scelto un avversario di gala, il Porto. Al termine della stagione 2017/18 a causa della crisi finanziaria dei Leoes e della rivolta civile dei tifosi rescinde il suo contratto, dopo aver subito l’aggressione di un ultrà. Il connazionale Campos, ds del Lille, ne era già rimasto stregato ed è stato il più lesto di tutti. Preso a zero e rivenduto dopo una stagione a 30 milioni, plusvalenza da manuale per i francesi. In Ligue 1 segna otto gol in 24 partite, ma i più importanti sono quelli segnati con le nazionali under del Portogallo: 4 reti nel 2016 per vincere l’Europeo dei diciassettenni e 2 per la finale dei diciannovenni l’anno dopo. In mezzo anche tre gol all Juventus nella Youth League.

Nonostante l’imponente stazza fisica Leao fa della rapidità la sua qualità più importante: dribbling nello stretto e buon passo sul lungo. Caratteristica che lo rende duttile, in grado di svariare su tutto il fronte offensivo. Infatti con il Lille ha giocato prima punta ma anche in tutti e tre i ruoli sulla trequarti del 4-2-3-1, scambiandosi spesso la posizione con Pepè, l’altro gioiellino di casa sognato dal Napoli, ma vicino all’Arsenal. Giampaolo e la dirigenza rossonera hanno individuato in lui la spalla per Piatek. L’allenatore rossonero era stato chiaro: voleva un giocatore in grado di svariare e di fare la seconda punta. Tra tutti i nomi circolati è arrivato quello più “sconosciuto”, ma è già un investimento importante con la voglia di correre. Quella che gli ha fatto bruciare le tappe e approdare al Milan. Leao non vede l’ora di presentarsi in rossonero a suon di gol.

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