Milan, Donnarumma può rimanere a Milano: va venduto per il mercato o no?

Ora inizia a essere dura. Il mercato è sempre più bloccato dopo i mancati acquisti di Veretout, Mancini e Ceballos. Rimangono poche ipotesi, qualche sogno che mai si realizzerà (Modric) e tanta delusione per acquisti che si sapevano essere low cost, ma da cui non è uscito, finora, nessun colpo a effetto. Tutto bloccato sia in entrata, dunque, ma anche in uscita. Alcuni giocatori finiti al centro del mercato già da dopo l’ultima gara di campionato contro la Spal sono ancora a Milano e potrebbero rimanerci anche per la prossima stagione. Si è parlato di varie dimostrazioni di interesse per Suso, ma soprattutto Gigio Donnarumma, che ogni estate diventa sempre uno degli argomenti di dibattito principali da parte dei maggiori quotidiani italiani.

Donnarumma carica i suoi tifosi alla fine di un match giocato

Il valore del portierone del Milan e della Nazionale resta indiscusso – non a caso, al momento, è titolare con entrambe le squadre – ma pesante rimane il nodo del contratto: ben 6 milioni guadagnati all’anno fino al 2021. E a inizio 2019 si è parlato di un rinnovo fino al 2024 con possibilità di un aumento di un altro milione. Conviene tenere il numero 99 o è meglio che vada venduto? Analizziamo i pro e i contro.

I PRO

  • Donnumma ha dimostrato di amare il Milan. Non a caso è la squadra che tifa sin da quando era ragazzino, tanto da dimostrarlo nella trattativa per il rinnovo di due anni fa tra gli acerrimi nemici Mino Raiola, agente del portiere, e Massimiliano Mirabelli, allora direttore sportivo rossonero, insieme all’altro dirigente Marco Fassone. È proprio Gigio che è voluto rimanere in Italia andando contro alla volontà del suo procuratore di portalo verso altre squadre. Con il Psg e il Real alla porta è rimasto a Milano, firmando un contratto più che faraonico per l’età che ha.
  • La possibilità di diventare fra qualche anno una colonna del futuro rossonero, e magari anche capitano se Romagnoli lasciasse il Milan, potrebbe caricare ancor di più maggiormente il numero 99 di Castellammare di Stabia.
  • Ultimo, ma non ultimo, è il fatto che Donnarumma deve molta riconoscenza al suo Milan, club che lo ha lanciato nel calcio che conta, lo ha fatto crescere nonostante numerose difficoltà vissute dalla squadra nelle ultime stagioni, con un cambio troppo frequente di vari allenatori, e l’ha lanciato in Nazionale.
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La mostruosa parata di Donnarumma su Milik in Milan-Napoli 0-0 (2017-18)

I CONTRO

  • In un Milan dove il Fair Play finanziario e il mercato low cost ne fanno da padroni avere in rosa giocatori importanti, ma che non siano pagati cifre esorbitanti, è fondamentale. E i 6 milioni di Donnarumma iniziano a essere tanti, ancor di più se, come dicono i rumors, il portiere rinnoverà aggiungendo un altro milioncino in più. Occhio Milan, poi i conti in rosso rischiano di essere sanati il più tardi possibile.
  • Se Gigio ha parecchio mercato occorre quanto meno farsi due domande: quanto potrebbe guadagnare il club in caso di una sua cessione? Potrebbe il mercato in entrata usufruirne in positivo? È chiaro che più liquidità si ricava, maggiore è la possibilità di trovare un nome discreto che possa soddisfare almeno per una volta la voglia di rivalsa dei tifosi rossoneri. Gli acquisti a medio prezzo (i vari Castillejo o Laxalt ad esempio) non hanno fatto finora tutta questa grande differenza…
  • Se continuerà a mancare la Champions, Donnarumma potrebbe anche stancarsi di quel club che ha sempre amato sin da quando era bambino. Finora l’unica gioia è una Supercoppa italiana a Doha contro la Juventus nel dicembre 2016. Poi tante delusioni, tra cui anche una Coppa Italia persa malamente a Roma contro i bianconeri a maggio dell’anno scorso. Va bene che lo stipendio è buono, sei titolare e ora hai 20 anni, ma se con l’età che passa continui a rimanere a bocca asciutta, in un calcio moderno dove i sentimenti per il proprio club stanno quasi scomparendo, allora è difficile rimanere in un Milan lontano parente da quello apprezzato fino al 2011. Una società che, ahimè, è diminuita di valore nel corso delle stagioni.

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