Le polveri bagnate del pistolero, la freddezza dei tifosi e quell’ombra sullo sfondo

È calcio d’agosto e nessun allarmismo. Ma il pistolero spara solo a salve. Krzysztof Piatek non ha centrato il bersaglio nemmeno una volta in queste amichevoli pre campionato. “Lui fa gol quando conta – lo difende Zibì Boniek a La Gazzetta dello Sport – è impermeabile alle critiche”. Insomma chi l’ha visto crescere predica calma e aspettare che si cominci a fare sul serio.

A tal proposito, a Udine, Piatek potrebbe zittire tutte le male lingue che già lo accreditano come sopravvalutato. I tifosi rossoneri dopo l’amore iniziale – la scintilla è stata la doppietta al Napoli –  hanno un po’ raffreddato i loro animi nei confronti del pistolero. Certo in termini numerici, il polacco mette tutti in fila: 30 gol alla prima stagione italiana e con due squadre diverse per giunta. Mica male per un sopravvalutato. Anche se quel dubbio rimane nella mente dei supporters. Potrebbe essere paura. Paura che sia stata solo un’annata eccezionale, costruita con fato e buona sorte. D’altronde Kris non ha (ancora) una storia che parla per lui al quale ci si può attaccare come riferimento. La suggestione in questi giorni circola e ha il nome di Mauro Icardi. Tralasciando la veridicità, la difficoltà dell’operazione e la sua realizzazione, è bastato solo il nome per scaldare la tifoseria, per tanti motivi. È un attaccante da oltre 100 gol in Serie A, un rapace d’area, ma soprattutto è l’ex capitano dell’Inter. Un affronto che saprebbe di beffa verso i cugini.  

Piatek non ha lo charme del grande nome, è un lavoratore piuttosto che una superstar e questo non lascia una condizione d’esaltazione perenne nella tifoseria. Piatek sa far innamorare sul momento, quando spara sotto porta. Un amore estemporaneo come il suo per il gol. È per questo che non si può già “scaricarlo”. La situazione intorno a lui non è definita: ancora non si sa se arriverà una seconda punta, se sarà data fiducia a Leao o verrà promossa l’idea del doppio trequartista, solo Suso al momento è sicuro. Kris è un giocatore che ha saputo fare a sportellate quando il gioco di Gattuso lo richiedeva, ma a Genova ha mostrato dribbling e tecnica da attaccante boa.  “Con Giampaolo dovrebbe essere più facile per lui – conclude Boniek – se sa fare il lavoro sporco, con un gioco propositivo s’esalta”. È quello che sperano i tifosi rossoneri, desiderosi di innamorarsi di nuovo di un numero 9, rimasto maledetto dopo Inzaghi. Al pistolero il compito di centrare il bersaglio.

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