I ragazzi del ’99, unico raggio di luce in un’ecatombe totale

l momento è tra i più complicati degli ultimi 30 anni. Non scomodiamo ancora gli anni bui dei primi anni ottanta, perchè è pur sempre settembre e creare ulteriore allarmismo non è negli interessi di nessuno.

Certo è che dopo i venti minuti finali di Torino, uniti al secondo tempo del derby, tutto ci si poteva aspettare, ma non certo novanta minuti al limite dell’imbarazzo, offerti dalla prestazione casalinga di ieri contro la Fiorentina.

Senza nerbo, senza carattere, senza idee. Come si dice, errare è umano, perseverare è diabolico. Purtroppo si percepisce solo confusione dalla proposta tattica di Giampaolo e il campo è lo specchio fedele dall’angoscia interiore del mister, manifestata anche di fronte alle telecamere nel post partita.

Ha accennato al fatto che il Milan non giochi da squadra e che viva di individualismi; “gli spunti personali portano spesso alla disorganizzazione“. Vero, ma il primo individualista è quel Suso che non viene sostituito nemmeno a forza, e questa è solo una delle tante contraddizioni tra i pensieri del tecnico e la cruda realtà.

E’ stato inoltre di nuovo sottolineato come il gruppo sia giovane, senza però tener conto che, eccetto Ribery, la stessa Viola abbia molti ragazzi in campo e quest’aspetto non può e non deve essere un alibi dato che i due migliori in campo nelle ultime partite per i rossoneri sono Donnarumma e Leao, due nati nel 1999.

Sono loro il bagliore di luce nella notte sempre più nera.

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