Tragicomici come l’Inter di Moratti

La vittoria di Genova sembrava aver garantito al Milan e ai tifosi rossoneri quindici giorni di “tregua”. Intendiamoci non bisognava menar vanto dei tre punti incassati a Marassi o del gioco espresso, ma almeno dell’orgoglio messo in campo sì. E invece non c’è pace per chi ha il Milan nel cuore e anche durante questa sosta per le nazionali i dirigenti rossoneri stanno facendo di tutto per peggiorare una situazione già deprimente di suo. Andiamo con ordine, o almeno proviamoci, in questo caos totale dove sono talmente in tanti a prendere decisioni che alla fine non si capisce nemmeno chi decide.

Partiamo proprio da qui. Ce lo chiediamo da mesi: ma chi ha scelto Giampaolo? Sembra nessuno, nessuno si prende la responsabilità della paternità della scelta. Di sicuro nessuno lo ha mai sostenuto davvero, nessuno lo ha mai protetto o consigliato, cosa che noi umilmente avevamo ritenuto imprescindibile fin dall’inizio. Soprattutto considerando di avere a che fare una squadra così nuova e così giovane. E invece tutti al Milan, Boban in testa, dopo la prima di campionato avevano già scaricato l’allenatore dando a lui tutte le responsabilità dello scempio a quale abbiamo assistito. Nessuno, per esempio, si è mai chiesto: ma i giocatori messi a disposizione di Giampaolo erano davvero quelli che servivano a Giampaolo? Boban volveva il 4-3-1-2 di berlusconiana memoria, ma siamo sicuri che in questa rosa ci fosse un trequartista di ruolo? E altre mille domande di questo tipo.

Fatto sta che Giampaolo non è mai stato difeso davvero e che aveva da sempre i giorni contati. Evidentemente Boban e Maldini avevano già deciso di esonerarlo prima di Genova, indipendentemente dal risultato tanto è vero che a Marassi hanno mandato a seguire la squadra Massara, direttore sportivo solo di facciata e di “patentino”. Perfetto, va bene la decisione. Se nessuno crede più nel lavoro di Giampaolo meglio non perdere tempo e mandarlo via subito. Peccato per i tre anni di ingaggio buttati nel cestino, non il massimo per un club in chiare difficoltà economiche. Ma non saranno certo i due milioni regalati a Giampaolo a far crollare i bilanci di un club dove se ne spendono più di 10 per l’intero pacchetto dirigenziale e si è pronti a darne altri 4 (o se preferite 8 lordi) al nuovo allenatore. Sommando l’ingaggio di Giampaolo, Spalletti e del prossimo allenatore magari il Milan scoprirà che avrebbe potuto permettersi Conte.

Tralasciamo anche l’aspetto economico e veniamo ai clamorosi difetti di programmazione e comunicazione. Da dilettanti. Torniamo a Genova: i dirigenti del Milan non vanno a Marassi perché sono convinti che esonereranno Giampaolo dopo il match e tutti siamo convinti che ci sia già pronto il sostituto. E invece no, niente, siamo ancora al casting dopo 3 giorni. Ma come? Bloccate Spalletti senza essere certi che lui abbia già un accordo di uscita dal contratto con l’Inter? Non solo. Dopo la vittoria di Genova, quando Boban e Maldini potevano sfruttare la tregua della critica e delle pressioni per elaborare sotto traccia l’avvicendamento in panchina, le fonti della società fanno sapere che sono in corso “ore di riflessione” su Giampaolo. Ma come? Nessuno per due giorni avrebbe parlato di esonero e siete proprio voi a riaccendere il fuoco che sembrava sopito sotto la brace.

Va bene, allora a questo punto, tra domenica e lunedì arriverà l’esonero e l’annuncio del nuovo allenatore? Macché, la comunicazione delle “ore di riflessione” ha avuto l’effetto devastante di polverizzare quel poco che era rimasto della credibilità di Giampaolo agli occhi della squadra e dell’ambiente. Ora il tecnico abruzzese è davvero improponibile per la ripresa del campionato. Dall’altra parte si sono riaccesi i riflettori sul nome del sostituto che, udite udite, la società non ha ancora messo sotto contratto. E quindi, stanti le difficoltà di prendere Spalletti, è partito un vero e proprio casting tra allenatori di tutti i tipi, il che denota ancora di più la confusione che regna sovrana. Ma chi vogliono Boban e Maldini? Un allenatore in grado di partire con un nuovo progetto futuribile o un traghettatore, un allenatore che faccia “giocare a calcio” o uno che porti subito qualche risultato a discapito del bel gioco, uno che valorizzi i giovani o uno che riparta dalla “vecchia guardia”.

Tra i candidati c’è un po’ di tutto e obiettivamente si fa fatica a trovare qualcosa che abbia senso. Ha poco senso prendere un traghettatore alla Pioli, perché poi nella migliore delle ipotesi a giugno siamo ancora daccapo a cercarne un altro. Ha poco senso strapagare Spalletti per portare una squadra al sesto/settimo posto. A meno che qualcuno non crede ancora che questo organico possa puntare alla Champions League. Spalletti, lo abbiamo visto ovunque, è un buon allenatore che quasi sempre raggiunge gli obiettivi in linea con quello che sono le potenzialità della squadra. Esempi: la Roma era da primi quattro posti e lui ce la portava, lo Zenit era da primo posto e lui lo centrava, l’Inter era da quarto posto e lui lo raggiungeva. Il problema è proprio questo: il Milan, con questa rosa, è da zona Champions? Spalletti può fare il miracolo dopo questo avvio sconfortante e con una rosa tutta da crescere e plasmare? Ha senso prendere un altro allenatore e pagare in tutto 6 milioni all’anno di panchina per arrivare sesti/settimi nella migliore delle ipotesi?

Veniamo alle altre ipotesi “da brivido” come quella di Marcelino che arriverebbe per la prima volta nel campionato italiano, a ottobre inoltrato e in una realtà a dir poco problematica come il Milan. A capo di tutto e con questi giocatori la cosa migliore sarebbe provare a convincere Gattuso a tornare, ma lui sicuramente non accetterebbe. E allora non so. La situazione in cui si è cacciato il Milan è talmente surreale e complessa che si fa fatica a trovare una via d’uscita. Ci ritroviamo a inizio ottobre con la speranza che finisca in fretta anche questa stagione e con il sogno di arrivare alla stagione 2020/21 con una nuova dirigenza e magari una vera nuova proprietà. Oggi si conoscerà, o almeno speriamo, il nome del nuovo allenatore al quale auguriamo semplicemente di terminare la stagione sulla panchina. Perché è tutt’altro che scontato. E anche in questo stiamo ripetendo tutte le fasi tragicomiche dell’Inter di Moratti. Dall’esonero dell’allenatore dopo una vittoria al record, speriamo di no, dei quattro allenatori in una sola stagione. A proposito di Inter, sembra che la panchina del Milan dovrebbe finire a uno tra Spalletti e Pioli, ossia gli ultimi due allenatori cacciati dai nerazzurri. Ma non ci si può proprio sforzare di prendere qualcuno di diverso. E magari proteggerlo ed aiutarlo, non come è stato fatto con Giampaolo.

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