Montolivo, una confessione che non fa bene a nessuno

PER IL CALCIATORE – Hanno spiazzato un po’ tutti le dichiarazioni dell’ex capitano rossonero Riccardo Montolivo, durante un’intervista. Come ha affermato lo stesso calciatore, la sua è stata una ‘condanna’ a smettere di giocare. Una condanna inflitta proprio dal club di via Aldo Rossi, che non ha poi avuto il minimo riguardo nel comunicare i motivi di tali esclusioni. Da vice-Biglia, Montolivo finì per essere messo ai margini di una società che ha smesso di considerarlo proprio dopo la rivoluzione attuata da Fassone e Mirabelli. Quel drastico “non vieni” in merito alla Tournee negli Stati Uniti e l’indifferenza con la quale gli è stata sottratta la fascia da capitano sono sufficienti prove per evidenziare come quella del Milan sia stata una vera e propria condanna, per niente voluta dal giocatore. D’altronde Montolivo non aveva problemi di natura fisica, come dimostravano i laboratori dei rossoneri, l’esclusione è stata una scelta puramente tecnica. Inspiegabile, vista l’importanza che ricopriva fino all’anno precedente, tanto da essergli stata assegnata la fascetta. Fascetta mai ceduta con il proprio consenso, ma sottratta senza troppi scrupoli, tra l’altro per consegnarla ad un Bonucci che ha dimostrato di essere tutto tranne un leale capitano rossonero. Ed ora che ne sarà di Riccardo Montolivo? Dopo una simile esperienza non rimane che il ritiro. Di fatti nessun team sarebbe disposto ad offrire un ingaggio ad un giocatore che ha disputato la sua ultima partita nel Maggio 2018.

PER LA SOCIETÀ – Dichiarazioni che non fanno bene neanche all’immagine del Milan, già carico di numerosi problemi da risolvere. Siamo tutti d’accordo sul fatto che nessun calciatore avrebbe voluto trovarsi nella medesima situazione. Vedersi passare dalle stelle alle stalle non è il massimo già per un calciatore in attività, figuriamoci per un ragazzo che da capitano è finito ultimo nella lista. E a dirla tutta, neanche nella lista. Nei momenti di difficoltà in cabina di regia Montolivo non è mai stato chiamato in causa, neanche per pochi minuti. Una società che dunque non ha mostrato uno dei valori che nel calcio e nella vita sono fondamentali, il rispetto. A livello umano, visto che Montolivo non ha mai fatto un torto a compagni e club, ed a livello professionale, dal punto che è compito di una dirigenza ottenere il massimo dai propri investimenti e se un giocatore viene ritenuto fuori progetto, è bene venderlo. Nel calcio di oggi che poi, tra insulti e cori razzisti, il rispetto non è più quel valore che di natura dovrebbe apparire scontato. Dopotutto, come ha affermato l’ex centrocampista di Atalanta e Fiorentina, da parte sua non c’è rancore ma è evidente come deve essere la società a fare un mea culpa ed un’esame di coscienza. Magari nella speranza che in futuro non accadano altri episodi simili.

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