Il Milan e il 2019 nei suoi tre profili peggiori

Una sconfitta storica e umiliante per una squadra del blasone del Milan. I rossoneri, infatti, non subivano un passivo di cinque gol dal lontano 3 maggio 1998. In quell’occasione fu la Roma ad infliggere una sonora lezione al Milan dell’allora allenatore Fabio Capello. Un KO difficile da digerire quello contro l’Atalanta, soprattutto vista la fase di crescita ammirata nelle ultime giornate. Sembrava che i rossoneri avessero davvero trovato la giusta quadra dopo un inizio a dir poco complicato, e invece nulla da fare: questa sconfitta rappresenta che di lavoro da fare ce ne sia davvero tanto.

Tirando un attimo le somme, cerchiamo di capire chi in questa stagione risulta tra i peggiori. Non a caso, tra i nomi scelti da noi ci sono gli stessi, in parte, a cui negli ultimi giorni è stato puntato maggiormente al dito. Si tratta di Kessiè e Leao.

CALCIATORI – Per quanto riguarda l’ivoriano, come se non bastasse l’umiliazione di Bergamo condita da prestazioni poco all’altezza, mancanza di concentrazione e continuità, ha rilasciato dopo la partita un ‘like’ su Instagram decisamente evitabile all’autore della prima rete, il ‘Papu’ Gomez. Un gesto che sa di sfottò per tutti quei tifosi che, inermi, si sono scoraggiati davanti alla tv o allo stadio per una delle prove peggiori di sempre. Assieme a Kessiè, tra i deludenti c’è l’assenza di fiammate e disciplina da parte di Rafael Leao.

Il portoghese, se possibile, ha fatto anche peggio del suo compagno di squadra, immortalato da un suo amico mentre partecipava ad una festa. Ovviamente, le prestazioni in campo del numero 17 rossonero non sono mai sbocciate, probabilmente compromesse dal cambio allenatore, arrivato esattamente nel momento in cui il ragazzo stava giocando di più. Per lui, un solo gol in 13 partite.

GIAMPAOLO – Cambio allenatore, appunto, che coincide con una delle partenze peggiori della storia del Milan. Marco Giampaolo è il nostro terzo “protagonista” negativo dell’articolo. Il suo arrivo a Milano doveva coincidere con la pazienza e la voglia di vincere e convincere tramite bel gioco e continuità di una squadra giovane e fresca. L’ex allenatore è riuscito a fare a malapena 9 punti in 7 partite con la media di 1,28 a gara e ben quattro partite uscendo da sconfitto.

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