Sedici gol segnati, peggio solo nella stagione della retrocessione. Ibra il rimedio?

La classifica piange, i gol scarseggiano e i fischi superano gli applausi. A parte l’entusiasmo per l’arrivo di Ibrahimovic, i tifosi hanno gioito ben poco in questo girone di andata. Proprio lo svedese è chiamato a risolvere il problema principale dei rossoneri, cioè segnare. Solo sedici centri in 18 giornate, il Milan ha fatto peggio a questo punto del campionato solo nella stagione della retrocessione nel 1981-82.

Mai un dato così basso nel nuovo millennio e con la Serie A a venti squadre. Anche il Milan in difficoltà del post Allegri è andato sempre meglio, spesso senza la presenza di un bomber vero. Dall’estate 1982, solo altre due volte il Milan ha registrato lo stesso dato: 1984-1985 e 1985-86. In quegli anni però, i (pochi) gol valevano una posizione di classifica diversa, rispettivamente settima e quarta. Oggi Pioli è dodicesimo e ha un disperato bisogno di aumentare verticalmente queste statistiche e le sta provando tutte in questi mesi.

L’allenatore ha esordito con Leao prima punta, poi ha virato su Piatek. Li ha provati anche insieme partita in corso. Ha provato, poi, cambiare anche il modo di giocare di esterni e incursori, ma nulla è servito. Nemmeno Ibra (per ora) è riuscito a dare la scossa, ma dopo una sola partita si è capito come gli altri intorno a lui – specialmente Leao che sembra destinato ad affiancarlo – devono assimilare i movimenti per sfruttare le giocate dello svedese.

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