Il raccattapalle del Lecce racconta: “Ecco perché Rebic mi ha abbracciato”

In un periodo come questo, gli abbracci non sono più visti di buon occhio. Alcuni sono però perdonabili, e quello di lunedì sera tra Rebic ed il ragazzo a bordocampo rientra probabilmente in questa categoria. In un’intervista al Quotidiano di Puglia, il giovane Gabriele Gallo, co-protagonista dell’accaduto, ha raccontato ciò che è successo. Ecco le sue parole:

“Io stavo facendo il raccattapalle sotto la Curva Nord quando Rebic ha segnato il terzo gol per il Milan. Non nascondo di esserne rimasto molto dispiaciuto, tanto che ho girato la testa dall’altra parte e non l’ho visto subito arrivare. Lui se n’è accorto, ha corso verso di me e mi ha prima preso amichevolmente a pugni e poi abbracciato. Ero sorpreso e mi sono sulle prime immobilizzato, poi gli ho dato una pacca sulla spalla. Ero in imbarazzo? Sì, un po’: mi ha spiazzato. Ma comunque era un bel gesto, la società mi ha trasmesso questi valori: sportività, rispetto per l’avversario, umanità. Distanziamento sociale? Ha fatto tutto lui, non me lo aspettavo. In quel momento non ci ho pensato. La situazione è strana per tutti. Rispetto alla tragedia che stiamo vivendo è stato bello spezzare gli schemi soprattutto da rivali e ricordarci che siamo tutti fratelli. Lo rifarei mille altre volte perché questo il senso del calcio”.

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