Ibrahimovic: “Questo Milan mi emoziona. Un giorno senza loro e come un giorno senza i miei figli”

Zlatan Ibrahimovic, ospite a ‘Che tempo che fa’, ha affrontato diversi argomenti. Queste le sue dichiarazioni.

Sul passaggio in moto: “Si può fare un film su quella giornata, l’unica preoccupazione che avevo è che nessuno mi credeva, però facevo delle piccole clip quando lui guidava. Pesavo molto più di lui, dovevo tenermi in mezzo. Ancora qualcuno non mi crede”.

Sul motociclista: “Mi dispiaceva, non avevo tanto tempo per parlare. Quando siamo arrivati l’unica cosa che ho chiesto era una foto, ma ero di fretta. Gli ho detto di aspettare, ma è tornato a casa. Molto felice per il messaggio”.


Sul Milan: “Al Milan ho tante responsabilità, e mi sento un leader. Questa squadra è l’unica che mi ha emozionato. Quando parlo mi sento importante. Oggi è stato bello stare con la squadra, mi è mancata troppo durante il Festival. Quando passo un giorno senza di loro è come un giorno senza i miei figli”.

Sulla sua permanenza al Milan: “Vediamo se Paolo vuole. Dipende da lui, io ci sono”.

Sul passato: “Da ragazzino ero basso, fino a 16 anni. Avevo problemi con la schiena”.

Su Van Basten: “Quando ho firmato con l’Ajax mi paragonavano a Van Basten. Avevo troppe pressioni addosso, non ero ai suoi livelli”.

Su Maradona: “Diego è l’icona del calcio”.

Sulla parola ‘Zlatanè in Francia’: “Quando domini una persona in un modo o in un altro. Allora hai fatto lo Zlatané”

Sulla sua forza: “La uso per proteggermi” .

Sul gol più bello: “Il gol all’Ajax irripetibile. All’Inter ho fatto diversi gol di tacco. Molto bello anche quello all’Italia agli Europei”.

Sull’amicizia con Gattuso: “Ieri l’ho sentito. Gli ho detto di mandarmi un video di auguri per mio figlio, adora Gattuso. Se non lo avesse fatto sarei andato a Napoli. Una volta l’ho messo in un bidone, ma si scherzava”

Con Galliani: “Con Galliani ho un rapporto troppo forte, gli voglio bene. Lui mi ha portato al Milan, mi ha riportato il sorriso. Prima del terzo anno al Milan volevo avere una riunione con lui, ma non ci siamo sentiti. Due giorni prima della fine del mercato mi ha chiamato per dirmi che dovevo andare al Paris”.

Sul campionato: “Sono venuto al Milan per vincere i trofei”.

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