Costacurta: “La credibilità di Donnarumma risulta compromessa. Il Milan è una famiglia”

In esclusiva per ilgiornale.it, l’ex pilastro difensivo del Milan stellare di Berlusconi Alessandro “Billy” Costacurta ha discusso con il giornalista Marco Gentile l’addio di Donnarumma al Milan, della sua carriera e anche dell’Europeo.

Donnarumma-Milan – “Penso che abbiano perso entrambi. Questo che sorprende è la maniera in cui il calciatore ha perso la possibilità di misurarsi con la sua famiglia in Europa; come uomo, poi, ha perso un po’ di credibilità perché scegliere di andare via così non è mai bello… capisco la voglia di una nuova sfida ma ancora qualche anno avrebbe potuto restare al Milan. La cosa che mi ha lasciato stranito è come il ragazzo non abbia avuto il sentore di aver messo in difficoltà il club che l’ha fatto crescere che ora si ritrova con un pugno di mosche in mano”.

Prossima Serie A – “Io la griglia la vedo come quella dell’anno scorso con Juventus e Inter leggermente davanti all’Atalanta e poi dietro le altre. A me la Dea verrebbe da metterla con le prime due addirittura la reputo superiore a Milan, Napoli, Roma e Lazio e di poco sotto a Juventus e Inter che saranno le favorite per la vittoria finale, penso”.

Milan in poche parole – “Per me il Milan rimarrà sempre una famiglia, ho speso 27 anni in quella società, sono arrivato prima dell’era Berlusconi addirittura, e non posso che essere molto grato e legato all’ambiente. Mi ha dato tanto e io non ho fatto altro che cercare di mettermi a disposizione, ho sempre pensato che dovessi ricambiare tutta l’attenzione che mi ha riservato. Da piccolo non sono mai stato tifoso di calcio, tifavo un po’ il Varese…Poi è arrivato il Milan che è diventata la mia famiglia”.

Vittoria più bella – “La prima gioia è stata contro lo Steaua Bucarest in finale di Champions a Barcellona…Quella è stata bellissima perché era la prima e mi ha dato l’emozione più grande, ero giovane e la ricordo con piacere per questo. Poi c’è quella contro la Juventus, sempre in Champions, a Manchester…Questa mi ha dato e lasciato qualcosa di grande, anche perché dall’altro lato c’erano tanti amici da avversari”.

Sconfitta più brutta – “In finale contro il Velez in Coppa Intercontinentale nel dicembre del 1994, dove ne ho combinate di cotte e di crude. Penso in generale di essere stato un buon giocatore e la mia forza era quella di commettere pochi errori ma in quella partita ho fatto un disastro: errore su un retropassaggio, ho commesso fallo da rigore e sono stato espulso…peggio di così”.

Rimpianti (?) – “Nessun rimpianto. Probabilmente mi sarebbe piaciuto andare all’estero e c’è stato un attimo che sembrava che il Tottenham mi volesse e io ho chiuso subito la porta in faccia…Non avrei vinto 5 Champions League, magari ne avrei vinte tre però avrei fatto una bella esperienza. Però non mi sento di dire che sia un rimpianto, uno che ha fatto la mia carriera non si può di certo lamentare“.

L’Italia a Euro 2020 – “Ci sono nazionali più forti che lavorano insieme da più anni con guida tecnica definita e che ha potuto lavorare di più. Mancini finora ha fatto un miracolo, non avevo dubbi che facesse così bene quando lo scelsiL’Italia non è considerata tra le prime due o tre favorite ma è una delle grandi e bisogna essere orgogliosi del cammino finora intrapreso“.

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