E pausa Nazionali fù. Normal Pioli e lo strabismo italico: analisi di un biennio in continua emergenza, ignorata da tutti

Peccato che questo 2021 si stia portando via l’ultima pausa per le nazionali. Per qualsiasi tifoso sono le due settimane più noiose della stagione. No, se sei un tifoso del Milan. Il sentore che si andasse verso giorni “divertenti” si era avuto con i succulenti antipasti in salsa ros(e)a: dalle parole di Faivre, presagio di una trattativa ripresa, al divieto a Mino Raiola di avvicinarsi in zona Portello tanto da lasciare a Romagnoli la libertà di trattare il rinnovo da solo.

Notizie durate come un gatto in tangenziale vista la pronta smentita della società.

Nel giorno del Premio Liedholm consegnato a Stefano Pioli, perché mettere in risalto l’evento con approfondimenti sul percorso unico fatto da un allenatore fin troppo normal per gli amanti dei “comizi televisivi” di special mister? Ma su Pioli e il suo biennio tornerò dopo.

Nella stessa giornata meglio dare in pasto la notizia dell’impossibilità di registrare il proprio logo a livello internazionale. Lo sentenzia il Tribunale dell’UE. Quindi? Il Milan cambia logo? Colpo all’immagine del club?

No, nulla di tutto questo. Semplicemente. Se vi capitasse di essere in Germania ed entrate in una qualsiasi cartoleria, non troverete penne, matite, cartelle e quaderni con il logo AC Milan perché può confondersi con prodotti di una marca già esistente.

Proveremo a farcene una ragione e a sopravvivere.

La volata alla sosta è partita anche con gli echi dei post Roma e Inter. Ma quanta nostalgia della frase: Milan favorito dagli arbitri e fortuna?

Non intendo tediarvi con quanto detto già nei post delle rispettive partite ma l’imparzialità di giudizio stagionale si è manifestata nelle valutazioni cervellotiche sul fallo di Ibanez su Ibra (inesistente per tutta la settimana) al presunto fallo del turco su Kessie sul primo rigore (ma si, ci poteva stare ma anche no). Fino ad arrivare ad un derby mai giocato dal Milan se non negli ultimi 10 minuti. Eh già.

La netta superiorità dei cugini è nei numeri: 16 tiri totali Milan, 13 Inter. Tiri nello specchio di porta Milan quattro, tre Inter. Possesso di palla 51% Milan, 49% Inter fino ad arrivare ai 402 passaggi Milan (83% riusciti) contro i 384 Inter (79% riusciti).

Che dire, sempre viva la pausa per le nazionali.

Ritorniamo a Pioli. Possibile che nessuno riesca a dare un aggettivo a questi due anni di Milan? So che per gli scaramantici (compreso il sottoscritto) è una pratica che non si dovrebbe attuare ma per Mister Pioli faccio un’eccezione: emozionante.

Tralasciando il Milan post lockdown, ciò che Stefano Pioli è riuscito a fare dalla trasferta sotto il cielo d’Irlanda contro lo Shamrock Rovers (17 settembre 2020) al derby di domenica scorsa, ha del clamoroso e forse storico. Non è una questione di media punti o vittorie, qualità di gioco o primati. È riuscito a gestire a far navigare questo Milan su rotte sicure nonostante un mare continuamente in tempesta.

Ante Rebic e Ivan Perisic durante il derby

L’emergenza infortuni avuta, nei numeri, ha dello storico. Il refrain di molti è un concetto parallelo rispetto alla realtà dei fatti: “Pur con qualche assenza”. Qualche assenza? Tollerando fino a quattro assenze e considerando dalle cinque defezioni a partita in su, questo Milan in due anni ha giocato 69 partite ufficiali (i due campionati, Coppa Italia, Europa League e Champions League), 35 delle quali dalle 5 alle 9 assenze per gara.

Se si considerano i 5 cambi, significa che un allenatore ha la possibilità di cambiare durante una partita il 50% dei giocatori di movimento. Da questo ne consegue che non si ragiona più sugli 11 titolari, bensì su una rosa di almeno 16 titolari.

In due anni Pioli e il suo Milan sono stati privati per il 50% delle partite giocate della possibilità di poter disporre di un terzo della rosa dei titolari. Tutto questo con il conseguente logorio dei sempre presenti e la difficoltà a disporre di ricambi all’altezza.

Per gli amanti della buona lettura, ecco il dettaglio delle assenze:

Stagione 2020/21

Europa League

1) Shamrok 5 (Romagnoli, Kalulu, Paqueta, Rebic, Leao)

2) Bodo Glimt 6 (Durate, Romagnoli, Paqueta, Ibra, Leao, Rebic)

3) Rio Ave 5 (Duarte, Romagnoli, Paqueta, Rebic, Ibra)

4) Sparta Praga 5 (Donnarumma, Kjaer, Romagnoli, Ibra, Castillejo)

5) Manchester 6 (Theo, Bennacer, Rebic, Ibra, Mandzukic, Calhanoglu)

6) Manchester 5 (Calabria, Romagnoli, Rebic, Leao, Mandzukic)

6 su 13

Coppa Italia

1) Torino 6 (Kjaer, Gabbia, Bennacer, Krunic, Salaemaekers, Rebic)

2) Inter 5 (Donnarumma, Gabbia, Bennacer, Tonali, Mandzukic)

2 su 2

Campionato:

1) Verona 6 (Calhanoglu, Bennacer, Maldini, Ibra, Rebic, Mandzukic)

2) Napoli 6 (Romagnoli, Calabria, D.Maldini, Bennacer, Ibra, Mandzukic)

3) Fiorentina 5 (Dalot, Bennacer, Castillejo, Rebic, Ibra)

4) Fiorentina 6 (Calabria, Romagnoli, Maldini, Rebic, Mandzukic, Leao)

5) Sampdoria 5 (Kjaer, Bennacer, Maldini, Leao, Ibra)

6) Sampdoria 7 (Romagnoli, Calabria, Conti, Diaz, Maldini, Leao, Mandzukic)

7) Genoa 5 (Gabbia, Kjaer, Hernandez, Bennacer, Ibra)

8) Sassuolo 5 (Gabbia, Kjaer, Bennacer, Ibra, Rebic)

9) Lazio 5 (Gabbia, Kjaer, Bennacer, Kessie, Ibra)

10) Benevento 5 (Hernandez, Gabbia, Salaemaekers, Bennacer, Ibra)

11) Juventus 7 (Gabbia, Salaemaekers, Bennacer, Tonali, Krunic, Rebic, Ibra)

12) Torino 7 (Gabbia, Kjaer, Krunic, Salaemaekers, Bennacer, Maldini, Rebic)

13) Cagliari 6 (Gabbia, Bennacer, Krunic, Calhanoglu, Leao, Rebic)

14) Atalanta 5 (Gabbia, Romagnoli, Salaemaekers, Calhanoglu, Bennacer)

14 su 38

Stagione 2021/22:

Campionato

1) Juventus 6 (Calabria, Bakayoko, Krunic, Messias, Ibra, Giroud)

2) Venezia 7 (Calabria, Kjaer, Bakayoko, Krunic, Messias, Ibra, Giroud)

3) Spezia 7 (Calabria, Florenzi, Kjaer, Bakayoko, Krunic, Messias, Ibra)

4) Atalanta 5 (Florenzi, Bakayoko, Krunic, Ibra, Giroud)

5) Verona 6 (Maignan, Florenzi, Hernandez, Diaz, Messias, Bakayoko)

6) Bologna 8 (Maignan, Florenzi, Hernandez, Kessie, Diaz, Messias  Rebic, Pellegri)

7) Torino 7 (Maignan, Balo, Florenzi, Diaz, Messias, Castillejo, Rebic)

8) Roma 6 (Maignan, Florenzi, Messias, Castillejo, Pellegri, Rebic)

9) Inter 5 (Maignan, Romagnoli, Theo, Castillejo, Messias)

9 su 12

Champion League

1) Liverpool 5 (Bakayoko, Krunic, Messias, Castillejo, Ibra)

2) Atletico 6 (Kjaer, Bakayoko, Krunic, Messias, Castillejo, Ibra)

3) Porto 8 (Maignan, Florenzi, Kessie, Messias, Hernandez, Diaz, Castillejo, Rebic)

4) Porto 6 (Maignan, Florenzi, Balo, Messias, Castillejo, Rebic)

4 su 4

Totale emergenza: 35 su 69

Curva Sud durante il Derby

Eccolo il lavoro di un grande professionista, di un grande condottiero. Mai una parola per giustificarsi, mai una protesta difronte a dubbi e perplessità che continua suscitare questa squadra. Nonostante tutto, il favore del pronostico e il riconoscimento di un lavoro eccellente lo si lascia volentieri ad altri.

È già una soddisfazione potervi raccontare la verità spesso mistificata e bistrattata in ragione dell’imparzialità curvaiola che appartiene ormai a molti. Scrivere e tifare una squadra non è una colpa e non è illegale. Sarebbe buona pratica farlo non nascondendo o perlomeno non interpretando, pro domo propria, numeri, dati e fatti che rappresentano la fotografia del reale.

Viva la pausa per le Nazionali. E questa volta non sono ironico. Viva la Nazionale e un grande in bocca al lupo agli Azzurri di Roberto Mancini per la sfida alla Svizzera decisiva per la qualificazione al Mondiale in Qatar 2022.

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