Leao, che elogio: “A campo aperto fa paura”

Nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport Hernán Crespo parla della sua Argentina, vincitrice del Mondiale in Qatar, e della prossima sfida tra Milan e Inter nella Supercoppa: un derby che varrà il primo trofeo stagionale.

Di seguito quanto riportato dalla redazione:

Sul Mondiale vinto dall’Argentina in Qatar:
“È stato bellissimo, da 36 anni lo aspettavamo e sì, seppur lavorando qui in Qatar, me lo sono goduto da tifoso”.

In Arabia Saudita, invece, c’è il derby di Supercoppa:
“È una partita secca e, come tutte le finali, non c’è un vero favorito, quindi non c’è una formula magica per dire: si vince così. Oltretutto sarà pure un derby e chi perderà avrà lasciato la coppa alla sua storica rivale”.

FOTO GETTY – Milan Supercoppa

Conta di più l’aspetto fisico o mentale?
“Oggi pesa di più l’aspetto mentale. È vero che diversi giocatori arrivano dal Mondiale, ma tutti gli altri hanno riposato e svolto una buona preparazione. Secondo me le squadre sono sullo stesso livello, entrambe avranno pressione importanti, ma chi avrà più fame di successo fra chi ha vinto lo scudetto, e vorrà difendere la supremazia, e chi l’ha perso, e vorrà dimostrare di non essere da meno, prevarrà”.

Crespo ricorda l’ultima Supercoppa vinta dai rossoneri

Crespo scettico sul fatto che vincere il trofeo salverebbe la stagione:
“Ricordo che ai miei tempi vincere la Supercoppa, soprattutto all’Inter o al Milan, era l’ultimo obiettivo. Però ricordo altrettanto bene l’espressione di Galliani quando il Milan ha vinto nel 2016 in Qatar la sua ultima Supercoppa italiana contro la Juventus.

In quel momento storico quel trofeo era molto importante per il Milan e credo che quella di domani a Riad abbia delle similitudini per entrambe le società. Come a dire: intanto mettiamo un trofeo in bacheca, poi si vedrà”.

Il commento a sorpresa su Leao

“A campo aperto fa paura. Anche a Lecce, senza giocare chissà quale partita, è stato determinante. Non sarà un giocatore che incide per 90 minuti, ma ha quei cinque-sei spunti a partita devastanti. Chissà perché il Portogallo lo ha sfruttato così poco al Mondiale”.

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