Che ritorno, il fedelissimo

Il Milan vola agli ottavi, unica italiana, e lo fa attraverso una prestazione di sacrificio e sofferenza causata dall’espulsione di capitan Montolivo nel primo tempo. L’Ajax ha in mano il pallino del gioco ma è pericolosa solo in un paio di occasioni perché il Milan, a differenza che in campionato, è stato corto, compatto e concentrato, merito anche di un centrocampo tutto grinta, comandato da Sulley Muntari, autore di una prestazione maiuscola. Il ghanese rientrava in campo dopo aver saltato le tre trasferte per infortunio e lo ha fatto alla grandissima, offrendo una gara di determinazione e diligenza, forse una delle migliori con la maglia rossonera. Ha rincorso gli avversari ovunque, ha aiutato De Jong, anche oggi al di sotto delle sue potenzialità, e le poche volte che il Milan si è affacciato in avanti è sempre stato il primo ad accompagnare l’azione.

Il numero 4 è un fedelissimo di Massimiliano Allegri che quando lo può utilizzare lo schiera sempre titolare, spesso andando contro il volere di molti tifosi e molti addetti ai lavori (ancora accecati e aggrappati al grande Milan che fu) che lo ritengono un gregario, una riserva, niente di più. Il tecnico livornese, al contrario, lo ritiene un elemento fondamentale per il suo Milan. E la prestazione di oggi ci chiarisce il motivo: l’ex Inter non avrà i piedi da regista, spesso sbaglia passaggi elementari ma quando gioca così è una mezz’ala quasi perfetta, che unisce la sostanza al tempismo negli inserimenti. Non ha fatto una piega, è rientrato dopo l’infortunio come se nulla fosse e la gara contro gli olandesi è stata proprio quella adatta a lui, combattente nato. A differenza di altri giocatori, come per esempio Nocerino, che invece devono avere continuità nelle prestazioni per rendere al meglio. Certo, il centrocampo non può avere solamente giocatori con le sue caratteristiche, quello del Milan è praticamente solo muscolare e ha bisogno di qualità ma dopo partite come queste ci sentiamo tutti più vicini all’Allegri-pensiero e non vorremmo mai rinunciare a uno come Sulley Muntari.

 

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