La crisi spaventosa dell’attacco rossonero

Un avvio, che tanto avvio non è considerando che siamo a metà stagione, cosi triste non lo si registrava da troppo, troppo tempo. L’annata del Milan è cominciata nel peggiore dei modi, poche vittorie, incapacità di trovare un senso positivo e di continuità del gioco. E questo trend, termine di solito utilizzato per descrivere brevi periodi, sembra non voler finire più. Uno dei dati più significativi, è caratterizzato dai numeri dell’attacco del Milan, che sono davvero preoccupanti: i rossoneri non segnano infatti da tre partite di fila ma soprattutto, hanno il 17° reparto offensivo del campionato (solo Spal, Udinese e proprio Sampdoria hanno fatto peggio). 

L’arrivo di Ibra ovviamente non può risolvere ogni tipo di problema. Piatek è sprofondato in una crisi impensabile e impronosticabile. Leao, per quanto possa avere sprazzi di talento, non è sufficientemente maturo per caricarsi sulle spalle il peso dell’attacco. Gli esterni offensivi che segnano col contagocce, 2 gol Calhanoglu, 1 Suso, a secco Castillejo, Rebic e Borini, peraltro impiegati decisamente poco. Lo sprofondo del Milan in zona gol in pratica passa tutto da qui, e il banalissimo dato delle reti realizzate lo certifica: 16 in 18 partite. Basti pensare che a quota 4 c’è Theo Hernandez. Numeri da crisi depressiva, numeri che non hanno senso, numeri che devono necessariamente cambiare, perché adesso fanno davvero tanta paura.

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