Inzaghi: “Non me la sento ancora di smettere, il Milan è la mia vita”. Galliani: “Se vuoi la panchina degli Allievi è libera”

“La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate è questa: ho giocato e vinto per NOI”. Sono le parole d’amore di Inzaghi, quelle che aveva scritto nella lettera d’addio al Milan, quelle che sono incise sul poster che la Gazzetta dello Sport ha messo a disposizione, in edizione speciale, per omaggiare la leggenda rossonera. Oggi, proprio nella sede della rosea, SuperPippo e Adriano Galliani sono presenti per presentare il DVD dedicato all’attaccante azzurro: la storia del calciatore e le 126 reti segnate nel Milan. Queste le loro dichiarazioni.

INZAGHI: “Ringrazierò per sempre il Milan, rappresenta la mia vita ma spero che prosegua anche nei prossimi anni. Nella mia carriera sento di essermi comportato come un professionista, mi sono curato e allenato sempre bene. Decidere cosa farò nei prossimi anni è complicato, io mi sento ancora un giocatore. Mi ricorderò per sempre la Champions League di Atene, decidere una finale con il Milan è stato fantastico, non ho dormito per 10 notti perché pensavo fosse un sogno; anche se credo che la mia Champions League migliore sia quella del 2003 dove segnai ben 12 gol ma non nella finale: questo dimostra quanto sia importante essere decisivi nei grandi appuntamenti. Ancelotti è stato l’allenatore della mia carriera, gli devo molto. I tifosi del Milan sono speciali, vorrei ringraziarli uno ad uno per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato, mi hanno accompagnato in ogni gol. Sono orgoglioso di essere rimasto sempre in Italia, ho avuto negli anni diverse offerte dall’estero ma aver fatto 3 finali di Champions League in 5 anni con i rossoneri è qualcosa di unico: merito dei compagni di squadra straordinari che ho avuto”.

GALLIANI: Pippo lavora sodo come nessuno, conosce ogni movimento dei difensori e scende in campo conoscendo al meglio le mosse dei suoi avversari. Questo è il suo segreto, il suo punto di forza, quello che l’ha reso così grande anche se nel Milan ci sono stati diversi giocatori più bravi di lui. Gli saremo grati in eterno. Quando segnò nella finale contro il Liverpoll scesi negli spogliatoi e vissi i cinque minuti più brutti del mondo, poi mi arrivò la notizia della vittoria: Pippo vuol dire emozione. Senza di lui in campo sarà diverso perché è dentro la storia del Milan, ricordo a Manchester che se Sheva avesse sbagliato il rigore sarebbe toccato a Inzaghi batterlo e siccome non è certo una specialista avevo i brividi… Avremmo voluto acquistarlo prima che andasse all’Atalanta, ma magari all’epoca non sarebbe nato il Filippo Inzaghi che adesso conosciamo”.

Nella lunga chiaccherata l’Amministratore delegato rossonero ha anche proposto in diretta un incarico speciale e “casalingo” al numero 9: Pippo, se vuoi c’è pronta una panchina per te, quella degli Allievi Nazionali del Milan. Spero che accetterai, sarebbe bellissimo”. Inzaghi non ha nascosto la sorpresa e l’emozione per l’incarico, ma ha anche ammesso: Se dovessi scegliere col cuore continuerei anchora a giocare, anche se sento di avere molto da insegnare ai giovani. Deciderò nei prossimi giorni, è una decisione difficile. Nel calcio arriva un momento in cui uno deve dire basta, ma forse per me questo discorso non vale…”.

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