Ed ora non cambiamo mai più…

Caro vecchio 4-2-3-1! Potrebbe essere questo il leitmotiv del sabato calcistico rossonero. Un sabato che finalmente per qualche ora ci ha fatto vedere una squadra di calcio, una squadra ben messa in campo, una squadra che sa anche giocare a pallone. Di fronte, è vero, c’era il Chievo, forse il Chievo peggiore da quando è in Serie A, ma il Diavolo di un mese fa una gara del genere l’avrebbe rischiata di perdere. Invece sono arrivate 5 reti, una prestazione incoraggiante e il terzo risultato utile consecutivo.

Qualcosa in questi giorni sarà scattata nella testa di Massimilano Allegri. Qualcosa avrà fatto ricordare al tecnico livornese che, circa un mese fa, la quadratura del cerchio si era già trovata. Ma poi ci si è ostinati un mese con la difesa a tre, un mese con altri cambi di modulo, un mese con una squadra improponibile in campo. La terribile prima ora di Palermo è arrivata come una manna dal cielo. Il tentativo di recupero,o il modulo spregiudicato, il ritorno al 4-2-3-1. Ed ecco le risposte, ed ecco il Milan.

Da quell’ultima mezzora si poteva solo ripartire. Da quell’ultima mezzora si è ripartiti. Il 4-2-Fantasia ha riportato entusiasmo, ha riportato voglia di divertirsi, ha riportato una squadra sensata in campo. Il resto lo hanno fatto i due centrocampisti che tamponavano e ripartivano, i due terzini che si alzavano con regolarità, i tre trequartisti che non davano punti di riferimento e facevano ammattire la difesa clivense. Ora si spera solo che le manie di protagonismo e le idee confuse non stravolgano un’altra volta l’indole di una squadra che ha espresso in maniera inequivocabile in che maniera vuole scendere in campo.

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