Acerbi il dopo Nesta. Sì, ma quando?

Il numero 13 sulle spalle e quei capelli lunghi e neri al centro, a comandare la difesa del Milan. Per dieci anni i tifosi rossoneri hanno avuto un totem, uno dei migliori difensori centrali di tutti i tempi, a proteggerli e a custodire i propri sogni. Sandro Nesta era qualcosa di più di un semplice giocatore di calcio, era l’esempio del difensore perfetto: elegante, efficace e preciso, sempre a giocare d’anticipo. Il numero è lo stesso, i capelli quasi. Francesco Acerbi è stato acquistato dalla dirigenza rossonera per prendere la pesantissima eredità di Nesta.

Ma le somiglianze per ora terminano qui. L’eredità del difensore romano non è cosa da tutti i giorni, a maggior ragione se si pensa che l’ex Chievo arriva in rossonero con la prospettiva di crescere ed imparare sotto l’ala del migliore di tutti, quel Thiago Silva da cui Acerbi sperava di prendere esperienza e trucchi del mestiere. Thiago, come tutti sappiamo, è volato altrove e il nuovo centrale del Diavolo si ritrova a doversi giocare il posto con Yepes, Bonera, Zapata e Mexes, in una gerarchia che per ora non esiste. Qualche amichevole precampionato poco convincente e niente più.

Niente Trofeo Berlusconi, niente prima di campionato contro la Sampdoria, in due match in cui la difesa non brilla certo per sicurezza e tranquillità. Acerbi fin qui è la quarta scelta fra i centrali rossoneri. Sicuramente, in questo momento non è al meglio e Allegri non lo vede. Avrà di sicuro il suo spazio perché è un investimento giovane e di prospettiva, si dice. Sì, ma quando? Non si rischia di far demotivare il ragazzo e fargli perdere fiducia nei propri mezzi in questo modo? D’altronde l’idea della dirigenza rossonera era quella di ringiovanire il reparto difensivo e far crescere giovani di belle speranze come il ragazzo milanese, quindi perché non provarci?

Impostazioni privacy