Juve: superiorità fisico-atletica e motivazioni. Ma segnando meno di quanto possa…

un-primo-piano-di-antonio-conte-juventus_26964959_500x375In occasione dell’incontro di stasera, valido per l’accesso alla semifinale di Coppa Italia, assisteremo a una Juve carica a mille e vogliosa di cancellare l’incidente di percorso in cui è incappata contro la Sampdoria. Gli uomini di Conte, davanti al loro pubblico, daranno il massimo. Onoreranno la competizione al meglio, tenteranno di dominarci dal primo all’ultimo minuto e di mettere in mostra i loro punti di forza: la fisicità, il furore, l’atleticità e l’intensità. Non si risparmieranno, anche perché non vorranno vendicare soltanto la sconfitta di domenica pomeriggio, ma anche quella subita proprio per mano del Milan. Si tratterà di una partita vera, insomma, senza esclusione di colpi.

Filosofia di gioco: Conte proporrà quel 3-5-2 divenuto marchio di fabbrica della propria squadra, che si focalizzerà sull’animus pugnandi, sulla corsa e sulla motivazione. I centrocampisti non smetteranno un attimo di fare densità, di applicare pressing alto, di effettuare azioni di rottura e movimenti senza palla precedenti inserimenti. Sulle fasce, non ci sarà respiro. Gli esterni alterneranno la fase difensiva a quella di spinta. Tutti ripiegheranno con continuità. Le punte si sganceranno molto, non rimarranno stabili in area. Sta di fatto che la Juve cercherà di schiacciarci, di prendere in mano il pallino della gara, di avere il monopolio sul possesso palla e sui contrasti e di imbastire azioni da gol a più non posso. Azioni manovrate saranno intervallate da conclusioni dalla distanza, tentate con regolarità al crearsi di spazi. Ma sia chiaro: nonostante attacchi a spron battuto, la compagine di Conte non suole sbilanciarsi con facilità. Trattasi di un dogma. Attenzione.

Lacune: pur creando a valanga, i bianconeri trovano la rete meno di quanto possano. Gli attaccanti, per via della mancanza di freddezza e della stanchezza causata da ripiegamenti e azioni in grado di permettere di fare salire la squadra, non sempre sono prolifici sotto porta. La mancanza di Chiellini e Marchisio, pilastri, può farsi sentire. Spendendo molte energie e non concretizzando, non appena il centrocampo calerà, una difesa molto fisica ma non sempre perfetta dal punto di vista tattico rischia di commettere errori. Certo che quest’ultima costituisce un’ipotesi remota, dipendente unicamente dall’atteggiamento del Milan, che appare poco interessato alla sfida in scena stasera.

Come batterli: per riuscire nell’impresa, i nostri dovranno ripetere la gara del 25 novembre. Allegri sarà chiamato ad affidarsi all’ormai consolidato 4-3-3 di movimento. Gli incontristi avranno il compito di rimanere bloccati, aspettare l’avanzata bianconera sulla trequarti, per poi aggredire e avviare l’azione di rimessa. Vietato operare in maniera differente. Saremo obbligati a chiuderci e ripartire. Onde evitare che i nostri terzini soffrano gli uno contro uno bianconeri, i mediani saranno chiamati a raddoppiare il portatore di palla avversario e gli esterni d’attacco a svolgere con costanza la fase di copertura. Il tutto per garantire solidità e godere di un raggio d’azione più ampio durante le ripartenze. E’ questa l’unica tattica attuabile: chiudersi, aspettare la Juve, giocare con determinazione e concentrazione e basare il gioco d’attacco sul contropiede. Optando per altre mosse, il tracollo sarà assicurato. Provare per credere.

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