Prandelli-Milan: quando la porta per la panchina del futuro è socchiusa, ma non sbarrata…

cesare prandelliDichiarazioni chiare e precise di Cesare Prandelli durante la conferenza stampa della cerimonia per la consegna dei Premi Gentleman 2013. Nelle ultime settimane, nell’incertezza generale, nell’attesa della riconferma di Massimiliano Allegri, il Commissario Tecnico della Nazionale italiana è stato spesso accostato proprio alla panchina del Milan. Stasera ha fugato ogni dubbio, posticipando qualsiasi decisione a dopo il Mondiale in Brasile nel 2014. Porta rimasta socchiusa, non completamente sbarrata: porta che si riaprirebbe proprio quando scadrebbe il contratto del tecnico toscano. Una strana coincidenza che alimenta le voci attorno alla panchina rossonera; voci che potrebbero essere spazzate già dalla prossima settimana qualora Allegri dovesse essere riconfermato con tanto di rinnovo contrattuale.

L’ipotesi che Prandelli possa sedere sulla panchina del Milan sin dalla prossima stagione sono remote, ma se invece non lo fossero? Potrebbe essere il nome giusto per sostituire Allegri? In questo caso si aprirebbe un dibattito acceso tra i sostenitori e oppositori del tecnico di Orzinuovi. Chiaro che per la Nazionale è il tecnico ideale: capace di gestire i calciatori, competente e innovativo. Ben voluto sia dalla squadra, che dagli organi federali. Disponibile sia con i giornalisti che con  i tifosi, incarna perfettamente il ruolo di manager. Un tecnico dai modi anglosassoni, abile selezionatore dotato di una buona visione di gioco. Al Milan potrebbe valorizzare i giovani, potrebbe sposare completamente la filosofia societaria che ha basato la campagna acquisti sulla linea verde. Sotto questi aspetti, rappresenterebbe il tecnico ideale per il futuro rossonero.

I contrari però sono pronti a storcere il naso. Di fondo il tecnico della Nazionale non può essere considerato un vincente: il suo neo più grande è quello di non riuscire a mantenere alta la concentrazione della squadra. Motivare la squadra per un evento è un discorso, mantenerla concentrata per tutta la stagione è un altro. Forse le pressioni sono meno forti, ma sono sicuramente maggiori. Lo dimostra anche il suo palmares: vanta diversi premi a livello personale, ma nessun risultato di rilievo a livello di club. Escluso un campionato di Serie B nella stagione 1998/1999 con il Verona. Proprio in quella stagione il Milan vinse lo scudetto con Zaccheroni in panchina, un tecnico che fino a quel momento non aveva vinto nulla. Del resto anche Allegri, vinse lo scudetto nel primo anno in una squadra che contava. Quindi, perché non dargli fiducia?

Rimarremo a vedere in attesa che il futuro del tecnico toscano venga chiarito; nel frattempo pensiamo anche noi alla Confederation Cup prima e ai Mondiali poi.

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