Saponara, dove eravamo rimasti?

Infortuni, panchina e scelte tecniche. Riccardo Saponara continua a guardare il campo come ad un miraggio irraggiungibile. Sotto la guida di Allegri ad inizio campionato deve fare i conti con un’infiamazione, una contusione ed infine ci si mette pure la febbre. Da fine agosto ai primi di ottobre non gli resta che guardare i compagni da lontano e cercare di sostenerli nella sola convocazione con il Napoli dove assiste alla sconfitta del Milan dalla panchina.

Panchina che lo accoglierà per altre 14 volte nelle restanti 21 partite. Solo nel derby del 22 dicembre, perso per 1-0, Allegri decide di sfruttare il numero 8 rossonero dal primo minuto, senza però fargli finire l’incontro e decidendo di sostituirlo al 76′ con Matri. Prima il centrocampista si era visto 3 minuti a Parma e 20 contro la Fiorentina dove era entrato per dare fiato a Muntari. Saponara segue ancora dalla panchina e poi dalla tribuna, causa una tendinite, il passaggio da Allegri a Seedorf. Col tecnico olandese tuttavia non si vede un cambio nelle sorti del giocatore che continua a fare più presenza passiva. Su 8 gare dall’arrivo di Seedorf viene impiegato in 3 occasioni. Con il Torino, dove entra per Robinho, in Milan Juve per sostituire l’infortunato Montolivo e a Genova contro la Sampdoria. In quella occasione parte titolare, ma lascia il posto a Poli poco dopo l’inizio del secondo tempo. Nelle occasioni, rare, in cui si è visto, Saponara non ha decisamente brillato. A difesa del giocatore tuttavia ci sono i diversi stop per infortunio e la scelta di impiegarlo solo in poche occasioni, che non lo hanno aiutato a trovare continuità.

Resta l’incognita del perché sia Allegri sia Seedorf non siano riusciti a trovargli uno spazio, le 23 panchine totali in 41 partite sono un dato che fa pensare, o come mai lui non sia stato in grado di conquistarselo. Se il futuro di Saponara dovesse riservargli ancora panchine, forse potrebbe non essere ancora con la maglia rossonera.

Impostazioni privacy