Finalmente anima e gioco

Incredibile. Irripetibile. Emozionante. Imprevedibile. Palpitante. Sì, la battaglia epica e destabilizzante del “Tardini” a cui abbiamo assistito ieri sera può davvero esser definita in tanti modi. Tutti corretti, tutti portatori di una parte di verità. Eppure, volendo dare un giudizio complessivo più esauriente, possiamo sicuramente dire che la rocambolesca quanto meritata vittoria rossonera per 5-4 ha avuto il sapore di uno di quei film drammatici con il lieto fine e mille inverosimili peripezie in mezzo.

Jack Bonaventura segna il primo gol in rossonero. Cassano, l’ex turno più discusso, ristabilisce la parità subito dopo. Ci pensa però Honda, il giapponese finalmente non più triste, a riportare il Milan avanti. Fine primo tempo? Neanche per sogno. Jeremy Menez, infatti, decide che questa può, deve diventare la sua serata e si procura un rigore che andrà a trasformare pochi istanti dopo. Partita chiusa? Neanche per sogno. A inizio seconda frazione, infatti, Felipe rimette paura ai rossoneri siglando il 2-3. Nemmeno il tempo di assorbire il colpo che Bonera finisce sotto la doccia in anticipo. Nonostante l’inferiorità numerica, però, è il Milan ad approfittare ancora di uno svarione difensivo di Cassano e a portarsi sul 2-4 grazie a De Jong. Neanche il tempo di gioire che un altro dei centrali difensivi di Roberto Donadoni, Lucarelli, riporta i padroni di casa in partita. Poco dopo ecco ristabilita la parità numerica con l’espulsione di Felipe. Neanche il tempo di rifiatare e Menez, migliore in campo, segna un goal da cineteca di tacco approfittando di uno svarione difensivo degli emiliani. Finisce qua? Neanche per idea, perchè il buon Mattia De Sciglio e lo sfortunato Diego Lopez la combinano davvero grossa. Un innocuo retropassaggio si trasforma così in un’autorete incredibile, che costerà anche un presunto stiramento al numero uno spagnolo.

Parma-Milan, insomma, è stata un mosaico di errori, prodezze, emozioni che difficilmente la Milano rossonera dimenticherà, per tanti motivi. Per prima cosa, innanzitutto, possiamo affermare che la squadra c’è. Eccome. L’entusiasmo è quello dei giorni più felici e pieni, il gruppo è granitico, il gioco d’attacco è entusiasmante e pieno di spunti interessanti. Come non citare, ad esempio, la rinascita di Jeremy Menez? Tecnica e corsa, genio e disciplina tattica, umiltà e voglia di mettersi in gioco: se il francese continuerà così potrà davvero diventare uno degli elementi di spicco del nostro campionato.

Ciò che ha entusiasmato più di qualsiasi altra cosa, però, è la voglia, l’entusiasmo nel sentirsi tutti parte di un progetto. La capacità, la disperata ostinazione nel voler andare oltre i propri limiti. Il saper lottare, con le unghie e con i denti, anche quando l’inerzia del match sembrava poter cambiare da un momento all’altro. Soffrire e poi andare a vincere, così, può diventare un biglietto da visita davvero di tutto rispetto. Credere di non avere limiti sarebbe assurdo e privo di qualsiasi legame con la realtà (per affrontare la solida Juventus di Max Allegri occorrerà, innegabilmente, meno ingenuità e più coesione difensiva), ma ieri sera a Parma si è vista davvero l’alba di un nuovo inizio.

(Foto: AcMilan.com)

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