Inzaghi, Europa League o addio

Politica e Milan, il binomio di Silvio Berlusconi ha reso anche ieri quando all’uscita dal Quirinale a Roma, dopo aver presenziato alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha spifferato una mezza frase su Filippo Inzaghi: “Speriamo possa maturare in fretta“. Una fiducia dosata, parole serene ma senza la sicurezza dei mesi scorsi. Normale specchio di questo orribile inizio 2015, allarmante il non gioco espresso, e della classifica attuale. Per questo, Pippo rimane appeso al piazzamento finale in campionato. E per guadagnarsi la conferma in panchina non ci sono vie di fuga: i rossoneri dovranno piazzarsi almeno al quinto posto, quindi conquistare l’Europa League. Se no, esonero e addio. Perché sarebbe un danno enorme ed irreparabile quello di rimane senza Coppe per due anni di fila. Scenario spiacevole per lo stesso Berlusconi, molto legato all’attuale allenatore, ma possibile. Quindi, magari dopo la Juventus sabato sera, è necessario battere diverse concorrenti della Serie A, ad oggi sopra il Diavolo. La missione di Inzaghi, sotto gli occhi di tutti, è già iniziata.

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