CHIAVE TATTICA/ Il gioco prevedibile di Mihajlovic

Al Braglia di Modena, contro un Carpi aggressivo e generoso, il Milan va in netta difficoltà, non riesce a imporsi e manca l’appuntamento con i tre punti. In campo con un 4-4-2 standard, i rossoneri soffrono l’atteggiamento degli uomini di Fabrizio Castori, che si chiudono bene, tengono i ritmi alti e fanno il possibile per coprire al meglio la linea mediana, bloccare le fasce e ripartire in velocità.

Ecco allora che il Diavolo non trova il bandolo della matassa, viene arginato sulle corsie laterali, tanto da non proporre giocate e traversoni interessanti, e non si aggiudica lo scontro in mediana. I terzini rossoneri non prendono le misure ai dirimpettai, mentre gli esterni di centrocampo, Cerci e Bonaventura, seppur per motivi diversi (l’ala di Velletri ripiega in modo anemico e appare svogliata, mentre Jack prova ad accendere la luce ma non risulta brillante), soffrono l’atteggiamento degli avversari, non saltano quasi mai l’uomo e non sfondano. Ma non finisce qui. I due mediani, Kucka e Montolivo, rimangono spesso un po’ troppo alti, non hanno la meglio sui centrocampisti biancorossi e concedono spazi tra le linee.

Risultato? Dal momento che Mihajlovic non adotta le giuste contromisure e continua a proporre un gioco schematico e privo dei giusti movimenti sulle fasce, il Milan svolge male entrambe le fasi, non ha la pazienza di aspettare che il Carpi termini la benzina, per poi colpire nei momenti topici dell’incontro, si proietta in avanti senza criterio, risulta prevedibile e scontato, rischia di subire gol in contropiede ed esce dall’Emilia Romagna con le pive nel sacco.

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