Lavagna tattica: la Roma di Garcia

Mors tua vita mea. Ossia: la tua morte è la mia vita. Una metafora forte, non c’è dubbio, che tuttavia dipinge alla perfezione Roma-Milan di domani. Perché Rudi Garcia e Sinisa Mihajlovic, i due allenatori protagonisti del match, si giocano il proprio posto in panchina nella gara dell’Olimpico. Fallire il risultato, in questa ultima giornata del girone di andata, potrebbe costare carissimo sia a Garcia sia a Mihajlovic. Insomma: la sfida tra Roma e Milan è una partita da dentro o fuori per ambo i tecnici, traballanti da settimane e arrivati a un passo dall’oblio.

La posta in palio, dunque, è decisamente alta. E l’umore, a Trigoria e Milanello, è tutt’altro che ottimale: se il Diavolo arriva dal brutto e pesante ko casalingo contro il Bologna, la Roma è reduce dal pareggio rimediato in casa del ChievoVerona e soprattutto dall’ennesima rimonta subita di questa stagione. Due volte in vantaggio, prima per 0-2 e poi per 2-3, i giallorossi si sono fatti raggiungere proprio negli scampoli della partita, perdendo due punti sanguinari che mettono definitivamente sulla graticola l’allenatore.

Ma Garcia, in ottica Milan, può moderatamente sorridere. Perché domani, a dispetto della trasferta del “Bentegodi”, potrà contare su Nainggolan, Pjanic e De Rossi: i tre “signori” del centrocampo capitolino, assenti mercoledì causa squalifiche e infortuni, sono tornati abili e arruolabili per battagliare in mezzo al campo. L’assenza di Dzeko, ancora out causa rosso rimediato contro il Genoa, è invece addolcita dal rientro di Totti e dalla disponibilità di Salah: il capitano ha recuperato da un calvario alla coscia destra durato oltre tre mesi mentre l’egiziano, in dubbio proprio per dei problemi muscolari, stringerà i denti e sarà della partita. Due manne dal cielo per il mister francese che, pur senza il proprio ariete titolare, potrà schierare contro il Milan un undici di tutto rispetto.

Anzi, al contrario, si potrebbe dire che il forfait obbligato di Dzeko potrebbe essere una chiave tattica in favore della Roma. Il problema dell’attacco giallorosso, palese da inizio campionato, è la poca complementarità dei suoi interpreti. Un centravanti come il bosniaco ha bisogno di cross dal fondo e di assistenza da parte delle ali, ma sia Salah sia Gervinho hanno nelle corde un calcio totalmente diverso. Sono entrambi esterni d’attacco solisti e individualisti, che prediligono giocare a campo aperto per rientrare sul piede preferito, puntare e calciare verso la porta avversaria: una situazione tattica alquanto sfavorevole per un numero 9 classico. Un attacco leggero e mobile Salah-Gervinho-Iago Falque (occhio alla sorpresa Sadiq), con i due africani liberi di creare, può creare grattacapi a Romagnoli e compagni più di quanto non avrebbe potuto fare l’ex City. Senza contare che negli ultimi 10-15 minuti potrà pesare per la Roma la classe senza tempo di Totti: il “10” giallorosso potrebbe risultare letale con un calcio piazzato o con i suoi rinomati assist e lanci negli spazi. Anche perché la voglia di giocare e incidere, a 15 settimane dall’ultima presenza, è veramente alta.

Mihajlovic, per vincere la partita, ha una sola via: cercare di sfruttare i punti deboli di una squadra lunatica e disordinata come la Roma di Garcia. Perché se il potenziale d’attacco è notevole, e il centrocampo è probabilmente il migliore d’Italia, la difesa ha mostrato più di qualche pecca sia a livello di singoli sia (soprattutto) a livello di reparto. La classica linea a quattro di Garcia è poco sincronizzata e armoniosa, troppo disattenta e , condizionata dall’assenza di un leader che la guidi. Manolas ha doti tecniche e fisiche da big d’Europa che spesso risolvono i problemi, ma l’assenza di una mentalità da reparto rende la retroguardia capitolina comunque fragile e perforabile. Anche perché gli altri 3/4 della difesa palesano limiti evidenti: Rudiger è per natura disattento e incline all’errore, mentre Florenzi e Digne peccano per la scarsa propensione alla fase di non possesso. La velocità di gambe e di “testa” dei vari Bacca, Niang e Luiz Adriano potrà fare la differenza, ma tutto è subordinato alla capacità del Milan di disinnescare gli anarchici avanti romanisti e di tenere botta in mezzo al campo: solo una straordinaria partita in entrambe le fasi di gioco può dare chance ai rossoneri di espugnare Roma.

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