Mati Fernández, ora o mai più. Sei mesi per guadagnarsi il Milan

3 gennaio, primo giorno ufficiale della sessione invernale di mercato. Ma dove eravamo rimasti? Impossibile non effettuare un salto al 31 agosto, l’ultimo giorno di trattative estive. A 18 minuti e 32 secondi dal gong conclusivo, il Diavolo piazza il colpo in mediana, firmando Matías Ariel Fernández dalla Fiorentina in prestito con diritto di riscatto. Tra strascichi legali, dichiarazioni al veleno e caos mediatico, Montella ha ricevuto il proprio pupillo, già ammirato e coccolato nella precedente esperienza viola di entrambi. Ma il bilancio dei primi mesi rossoneri è ingiudicabile, o quantomeno, in attesa di giudizio.

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In Cile per curare l’infiammazione al ginocchio sinistro, Mati ha goduto di 48 ore extra per sistemare al meglio i problemi fisici, prima di affrontare il lungo volo transoceanico. La necessità di un cambiamento, di una svolta all’interno della stagione, è evidente. In un mix di sfortuna (continui infortuni e stop ripetuti) e mancanza di condizione, il cileno non ha mai inciso, trovando minutaggio rasente lo zero. A disposizione del tecnico per 7 partite sulle 18 stagionali, l’ex Colo-Colo ha sommato 80′ complessivi tra Serie A e Supercoppa. Troppo poco per chiunque, figuratevi per un’ex “calciatore sudamericano dell’anno” (2006) ed autentica icona della Roja in patria. La qualità cilena, tanto invocata da Montella, non si è mai vista, giocando al massimo 27′ in una gara.

Ma il nativo di Caballito ha tutto per emergere, sopratutto in questo Milan qualitativamente piatto. Il classe ’86 presenta caratteristiche uniche circostanziate nel centrocampo attuale: fatto sì di ottimi atleti, buoni corridori, attenti frangiflutti ma scarno a livello di pensiero, di playmaking, di visione.  E proprio in questo campo cercherà di inserirsi el Pelusa, alla ricerca di sei mesi di riscatto, di revancha (come direbbe lui). Prima la tranquillità e la continuità di Milanello, poi la bramosia di guadagnarsi il Milan, di prendersi il Diavolo, di restare in rossonero. La concorrenza c’è, ed è anche forte viste le ultime prestazioni di un reparto ritrovato, ma Mati sa quel che ci vuole, potendo godere di un feeling particolare con il tecnico campano.  Una soluzione ulteriore per la regia montelliana. 2017, l’anno della rivincita sportiva, Mati ora o mai più.

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