Quando ha lasciato il Napoli, Gonzalo Higuain aveva sicuramente altre speranze per la sua vita: la consacrazione a livello europeo, magari una Champions, certamente un ruolo da attore protagonista alla Juventus. Il destino, però, gli ha giocato un brutto scherzo, trasformando il trampolino in un salto nel vuoto, e lasciandogli tra le mani tante domande e un’unica certezza scomoda: quella di non essere (mai stato) indispensabile per i bianconeri.
Così, dopo due stagioni a Torino passate a scacciare i fantasmi azzurri cercando di trovare il proprio posto nel nuovo mondo, Higuain è costretto già a fare le valigie. Quando di mezzo c’è Cristiano Ronaldo non c’è passato che tenga, neppure se il tuo cartellino ha avuto il peso di 90 milioni di euro.
Due anni erano serviti al Pipita per stemperare un po’ le tensioni con la Napoli che lo aveva scelto come suo “figlio” per poi vederlo scappare tra le braccia del peggior nemico di sempre. Due anni in cui le polemiche sono state troppe e le soddisfazioni un po’ meno.
In realtà, 55 gol non sono pochi, sono in perfetta armonia con i 91 segnati al Napoli con una stagione in più a disposizione. Ma segnare, per un attaccante, è tutto ma non proprio tutto. Non per uno come Higuain, che all’ombra del Vesuvio era indispensabile e aveva provato sulla propria pelle il brivido di sentirsi davvero speciale.
Adesso la Juventus lo ha scaricato, e Gonzalo ha cambiato il suo status di traditore in quello di tradito. L’aver viaggiato su entrambe le “barche”, forse, potrà arricchirlo umanamente, ma che ripercussioni avrà sulla sua autostima?
Il suo probabile passaggio al Milan sarà un banco di prova importante per l’argentino, che in una squadra ancora tutta in divenire, potrà più facilmente sentirsi “l’uomo in più” che alla Juve non è riuscito a diventare.
Il Pipita cerca riscatto, e chissà che non possa trovarlo proprio sotto la Madonnina.
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